domenica 12 settembre 2010

E adesso vediamoci nei territori!

I consigli nazionali e le scaramucce estive sono ormai passate.
Dopo Cassano si sono aperte le danze. Lo scontro tra la componente Cavaciocchi e quella di Corsinovi con la sua Federazione Toscana ha portato Brunini all'esasperazione. sino ad affermazioni gravi sull'andamento della Confederazione.
Sembrava  che si fosse alla svolta e coerentemente a quanto detto a Cassano (v. articolo precedente) abbiamo dato la nostra disponibilità  per contribuire al cambiamento a patto che si azzerassero organi nulla facenti come il Consiglio di Presidenza.
Non saprei dare un giudizio netto sui lavori che sono seguiti. Sui blog ufficiali e paralleli sono comparse sintesi e commenti che davano cronache ed interpretazioni. Sinceramente invidio chi riesce ad essere tanto assertivo. Io, che pure cerco di trarre sempre conclusioni e che sono ottimista di natura, non riesco in verità a trovare tracce di simili certezze.
L’ultima querelle all’interno della vecchio gruppo che era uscito vincitore dalle urna di tre anni fa sull’iscrizione della Federazione Toscana all’albo dei soci della Confederazione e la messa in mora del presidente Brunini da parte del confratello Cavaciocchi ha consacrato la rottura sulle questioni fondamentali dello statuto.
“IL Manifesto per l’Unità” si è sfaldato lasciando strascichi che non aiuteranno il Movimento.
Si era detto che bisognava invertire la rotta eppure non solo non si è cambiato nulla tra gli uomini che conducono ma i punti del fantastico o.d.g. che riguardavano il tormentone del nuovo statuto sono stati rimandati ad altra data. Inoltre quello che sembrerebbe deciso è stato sottoposto ad un referendum da parte della base che si avvierà nei vari territori sempre ovviamente ad un  settembre che sembrava lontano ma che ormai è quasi trascorso. Si comincerà, a quanto sembra, da Sicilia e Campania (io spero che si arrivi anche in Toscana, in Puglia od in Piemonte) per capire quanto questa compagine sia gradita alle Misericordie sparse per la penisola e nello stesso tempo non si fissa la data della prossima Assemblea che potrebbe vedere riuniti i presidenti in una sola sala.
Queste le maggiori perplessità su questi consigli nazionali che erano partiti con la ferma intenzione (a cominciare dal presidente) di cambiare e di recuperare i tre anni perduti nell’ultimo anno.
Un po’ come gli studentelli negligenti ma consapevoli delle proprie colpe che cercano di risolvere almeno i problemi di coscienza.
Ma allora mi chiederete perché essere perplessi sull’andamento dei consigli. Esprimere giudizi nettamente negativi dovrebbe risultare inevitabile soprattutto alla luce del fatto che gli stundentelli restano a trastullarsi con i loro pollici e sono premiati con la riconferma.
Eppure no. Del positivo c’è!
Di positivo c’è proprio quella presa di coscienza costata tre anni di inattività (e mi riferisco alle inattività degli organi confederali: non mi sfugge che i volontari, ovunque ce ne fosse bisogno ci sono stati a partire dall’Abruzzo per finire nei quartieri delle rispettive città sino alla recente alluvione di Atrani).
Certo tutto questo potrebbe essere considerato poco (ed io propendo per il pochissimo) tenuto conto che poi sono state abbandonate realizzazioni del passato e strutture di uomini e cose.
Di positivo, invece, c’è che finalmente si è scritto che la Confederazione deve dare spazio ai territori, liberi di autodeterminarsi pur nel rispetto dei Principi ispiratori.
Di positivo c’è che finalmente si ritiene che la Confederazione non possa essere il censore di attività che non vede e non segue e che la nomina di proconsoli ad acta non debba essere la sua unica attività.
Certo le capacità di realizzare quanto si è scritto ancora non vengono fuori. In quel consiglio ancora si spera, come dicevo, che lo strofinio dei pollici possa produrre l’idea e la forza per cambiare.
Ma di positivo c’è il ricorso al territorio che potrebbe costituire, involontariamente, l’incontro con le idee e le forze di cui le Misericordie godono in abbondanza e che sono opportunisticamente dimenticate e trascurate per non offuscare alcuni personaggi che tardano a farsi da parte, visti i risultati.
Per l’ottimismo richiamato sopra, spero che il territorio abbia ancora voglia di incontrarsi con questa Confederazione lontana e risponda all’invito di settembre.
In quell’incontro in modo definitivo e perentorio, il territorio dica quello che ha da dire, non resti silenzioso come chi sa che è inutile parlare, dica almeno per far capire che le idee ci sono.
In questo mi appello ai governatori, ai membri dei magistrati e soprattutto ai volontari che hanno a cuore lo stare insieme e l’essere Movimento.
Palermo, settembre 2010                                      Giuseppe De Stefano