venerdì 14 febbraio 2014

dove stiamo andando?

Dove stiamo andando?
Domanda chiave nei momenti di smarrimento.
Se la pone l’Italia intera oggi che lo sconforto della crisi ci attanaglia soprattutto perché non si intravvedono strade di uscita segnate con decisione da una classe politica ondivaga e litigiosa.
Ma almeno si litiga direbbero quelli abituati a vedere in questo atteggiamento comunque la ricerca accanita di una soluzione, la voglia di combattere ancora dimostrando di avere idee.
Guai se non si litigasse nemmeno, guai se dovessimo prendere atto dell’encefalogramma piatto: sarebbe la morte che lascia pochi spazi alla speranza.
E nelle Misericordie?
Domanda tipica che raccolgo nei diversi ambienti che frequento, di volontariato e di terzo settore e che presuppone una antica perplessità per uno stato leggermente comatoso in cui tutti gli altri ci vedono versare da qualche anno. Una domanda che si è intensificata dopo gli attacchi subiti dalla carta stampata e dalle reti televisive.
Certo nelle risposte mi appiglio a mille segnali anche inventati e ripeto che c’è dibattito in Toscana sulla riforma della regolamentazione del 118, che gli organi stanno lavorando con profonda unità di intenti, che qui e là si sta commissariando per cacciare via le mele marce …. Che addirittura si stanno facendo vere e proprie epurazioni. Che si organizzano meeting dove si gioca alle misericordiadi.
Poi devo fermarmi ai sorrisetti furbi degli interlocutori. Inconsciamente devo ammettere che i veri problemi languono. Che i commisariamenti si intrattengono su Palagiano e su Calitri ma non hanno mai toccato i veri nodi del movimento. Che la democrazia interna è un miraggio. Che in Toscana si impone un regime. Che in giro per l’Italia, a copertura di altri scandali, si assumono 119 persone per 11 postazioni.
Chi prenderà le rivendicazioni di questi 119 lavoratori per lo più estranei al nostro movimento domani che non copriremo noi  i servizi?
Perché c’è bisogno di una organizzazione di volontariato per un passaggio di questo genere di cantieri che noi stessi avevamo criticato altrove (vedi Sicilia).
Perché si assumono altri funzionari confederali sostenendo che “a fronte di difficoltà notevoli evidenziate dalle Misericordie locali, difficoltà che rischiavano di esporre pesantemente la Confederazione”, il Consiglio di Presidenza non ha potuto che assumere la responsabilità della gestione a distanza del servizio a Benevento?
Ma quali difficoltà hanno le Misericordie della provincia di Benevento a gestire loro quel servizio?
I Saggi che abbiamo inventato con l’ultimo Statuto cosa guardano? I Probiviri decidono con mesi di ritardo e le loro decisioni sono vanificate dal Consiglio Nazionale il giorno dopo.
Dove stiamo andando?

Risponde un bip da encefalogramma schizzofrenico!