domenica 24 giugno 2012

Ricomincio da tre.

Alla fine devo registrare una sconfitta netta in cui, penso,abbia prevalso quella ragion di stato che secondo me non sarebbe dovuta prevalere sulle motivazioni e sugli interessi superiori delle singole associate abbandonate al loro destino nella recente esperienza confederale. Escono di scena gli esponenti di una generazione e il consiglio nazionale è profondamente rinnovato. Un augurio sincero a tutti i nuovi rappresentanti, sorelle e fratelli di antica frequentazione o giovani che siano. Che la loro esperienza sia meno traumatica di quella che è toccata a me e che possano contribuire a risollevare le sorti della confederazione anche se per una strada diversa da quella che avevo indicata io ed in cui credo ancora fermamente. Un augurio ed un bentornato a quanti hanno seduto nel consesso e che oggi vi tornano a far parte. Vive felicitazioni al confratello Roberto Trucchi a cui viene rinnovata la fiducia della massima responsabilità della gestione ed a cui mi ero contrapposto. Tra me e lui ci sono modi diversi di concepire il futuro delle Misericordie ed, in alcuni tratti, questi sono inconciliabili ed alternativi. Ma la sua concezione vale il 60 % dei consensi e la mia il 40%. Registro il dato, ne prendo atto e lo rispetto da fratello di Misericordia e da Governatore di questa Confederazione. A quanti hanno condiviso la mia parte, ne hanno sostenuto le ragioni o hanno addirittura fatto, per questo, confluire il voto sulla mia persona, so che non basta il grazie più sincero per la stima e l’adesione ed, allora, aggiungo la doverosa disponibilità a continuare a sostenere le nostre ragioni senza soluzione di continuità e con maggiorato impegno. Certamente so di aver cantato qualcosa che può sembrare l’ultimo sospiro di un cigno, ma so anche che mi accreditate la testardaggine e la caparbietà tali da ritrovare le energie, come un mio famoso conterraneo, per ricominciare da tre.

domenica 10 giugno 2012

Il Programma: AVANTI MA FERMI!

UN PROGRAMMA ALLA BASE DEL CONFRONTO Dalle segnalazioni delle Misericordie è scaturita la mia candidatura alla presidenza della Confederazione che ha alla base l’obiettivo di svelenirne il clima da personalismi e prese di posizione che fanno male alla programmazione ed al confronto. In questa logica è il tentativo di spostare il dibattito verso le cose da fare per far intravvedere il progetto che si ha per le Misericordie e per la Confederazione. In ogni punto del Movimento si avverte la necessità di rasserenare l’ambiente e far rinascere una stagione di collaborazione e di unità. ETICA PRIMO PASSO VERSO LA MORALE L’etica dei rapporti a me sembra fondamentale come indicazione di normalità da ristabilire; ogni volontario di questa Confederazione deve essere certo della lealtà dei rapporti tra di noi. Questo per ristabilire coesione interna ma soprattutto per recuperare credibilità nella società. Nella società contemporanea, che più volte ostenta un tessuto sdrucito e logoro in materia di etica, noi dobbiamo avere le carte in regola per poter svolgere l’azione moralizzatrice che ci tocca per convinzione e per missione. Solo su queste basi etiche, che non devono dare spazi o a comportamenti scorretti, a bugie e furberie, bensì creare le condizioni esclusivamente per correttezze formali e sostanziali, si può costruire per raggiungere i livelli di appartenenza alla Chiesa ed alle sue azioni di Carità. Questi sono i tempi in cui si esalta il ruolo del volontariato vero, il ruolo di un volontariato ispirato e motivato da ragioni profonde ma è anche il momento in cui crollano miseramente i volontariati d’occasione e di opportunismo. Il volontariato vero ha il coraggio di aggiornarsi nelle forme di applicazione del proprio sforzo di servizio. Non resta ancorato sui servizi di sempre ma intuisce l’espansione di quelli senza abbandonarli ma rinnovandoli. IMPEGNO SOCIO SANITARIO Ad esempio noi non possiamo abbandonare il concetto di ambulanza ma dobbiamo allargarlo. Essa è il trasporto ad un luogo sicuro dell’ammalato. Essa è il concetto di supporto avanzato alla salute di chi diventa il più debole della società perché attaccato nella sua stessa fisicità. L’ambulanza riassume tutto quello che si può sintetizzare della Parabola del Samaritano ed allora oggi è anche l’ampliamento di un nuovo quanto antico modello toscano fatto di una rete che può consentire di superare il servizio sanitario nazionale che in alcuni tratti d’Italia comincia a d essere un lusso perché ha un contenuto di debito pubblico che si somma ai costi di normale produzione. Ad un’emergente Sanità low cost dobbiamo contrapporre la nostra sanità sociale, ambulatoriale e domiciliare di basso costo ma di qualità fatta di umanizzazione dei rapporti soccorritore paziente. LA PROTEZIONE CIVILE Ad esempio ancora di fronte allo scempio dell’ennesimo terremoto devastante o dell’irrefrenabile dissesto idrogeologico noi non possiamo ergere solo con forza e caparbietà la nostra gloriosa Protezione Civile senza pensare anche a quella che da anni vado chiamando la Prevenzione Civile che sappia utilizzare le enormi e giovani risorse umane del nostro volontariato anche in tempo di pace per superare e rendere inutile l’allertamento in emergenza . Dobbiamo insomma ricominciare a parlare di ruolo attivo del nostro volontariato per incidere sulle soluzioni che questa società non vede o trascura nei temi tipici delle politiche sociali. L’ACCOGLIENZA E L’IMMIGRAZIONE Non hanno senso gli interventi nelle strutture CIE e congeneri se questi non sono lo spunto per assumere una nostra visione dell’accoglienza generale e generalizzata su tutto il territorio nazionale a prescindere dai luoghi convenzionati per legge che ci devono vedere protagonisti fuori di essi in materia. Protagonisti di una nuova forma mentale di punta che si possa proporre come linea guida alla nazione. Bisogna intercettare i poveri e quindi ricercare i fondi per soddisfare i loro bisogni non il viceversa. CONTRASTO ALLA CRESCENTE POVERTA’ Anzi in questi momenti di profonda crisi economica i fondi ritrovati e raccolti vanno messi a disposizione dei bisogni sempre più stringenti e soffocanti le economie familiari. E Confederazione non può non portare a modello nazionale le prime ed uniche esperienze di attivazione di Prevenzione dell’Usura che nascono proprio dal nostro mondo del volontariato delle Misericordie (a partire dalla prototipale esperienza di Siena a quelle importantissime di Firenze, di Empoli, dell’Aretino etc.). In tal senso i rapporti con il mondo della finanza vanno rivitalizzati e rinforzati con modelli strategici rinnovati. Per tali rapporti bisognerà, infatti, ridimensionare nettamente ogni intermediazione e privilegiare i canali interni e diretti che si sono costruiti in questi anni assicurando professionalità ed eticità. I GIOVANI ED IL VOLONTARIATO NELLE MISERICORDIE Non possiamo non tener conto, a questo punto, dell’accumulo di massima fragilità che si sta verificando nelle fasce giovanili. Bisognerà reinterpretare il Servizio civile con forza e slancio ideale (che deve ricordare il nostro impegno rispetto ai primi obiettori di coscienza) rinnovando e salvaguardando l’attenzione dei giovani verso il nostro movimento anche ricercando sponsorizzazioni dei loro progetti. Ai giovani e per i giovani dobbiamo allestire una Confederazione che sappia affascinarli, che sappia sfidarli, che consenta loro di essere convinti protagonisti del loro futuro superando e accantonando le sirene ammaliatrici di un relativismo storico dilagante. A loro bisogna garantire ad esempio Formazione morale civica e tecnica oltre la sincera promozione della certificazione delle esperienze fatte insieme a noi per poterli proporre alla società come le migliori promesse dello sviluppo. SUPERARE IL RECENTE PASSATO Certo sono questi i dibattiti a cui vorremmo elevare la struttura confederale coscienti che il movimento ci sta già su questi argomenti. Antistoricamente la responsabile dello stato di basso profilo in cui siamo caduti è una certa dirigenza che ha neghittosamente nicchiato su queste sfide proponendo stili di conduzione di bassa qualità per poter dominare. Noi ci poniamo dialetticamente contro coloro che tendono a strangolare il dibattito piuttosto che suscitarlo. Ma soprattutto non possiamo condividere le loro idee di inviluppo ed implosione della Confederazione che resta simbolo e concreta attuazione dello spirito sinergico che deve esserci tra le nostre confraternite per poter essere movimento nazionale italiano ed europeo. Noi speriamo di poter capovolgere lo statu quo che vuole l’ultima amministrazione come quella che ha avuto il numero maggiore di conflitti con le associate fino a determinare l’allontanamento di storiche confraternite come di piccole e periferiche non gradite. Per poter portare avanti i discorsi programmatici sin qui fatti, insomma, bisogna restare fermi nei principi ed uniti con pari dignità nell’azione innovativa.