venerdì 29 settembre 2017

RIFLESSIONI SULLA RIFORMA: N. 3 – Il Caso del Coordinamento di Napoli.

A seguito della lettura della legge delega di riforma del Terzo Settore, si comprende come una delle finalità sia costituita dalla più puntale definizione del principio di Democraticità.
Sia pure espressa sotto forma di principio è destinata ad incidere sensibilmente ai fini della disciplina fiscale. Infatti, le agevolazioni fiscali previste per il Terzo Settore sono subordinate all’esistenza di una struttura democratica con una partecipazione attiva ed effettiva degli associati alla vita associativa.
E’ noto che l’Agenzia delle entrate, al fine di verificare l’osservanza di tale principio, punti l’attenzione (tra i vari elementi) sulle funzioni di direzione e coordinamento delle associazioni.
La rilevanza di tali riflessioni non sfugge al nostro mondo. I Legali Rappresentanti ne intuiscono la preziosità e la pericolosità.
Basterebbe invero una distrazione sul concetto/principio della DEMOCRATICITA’ e si mettono a rischio tutte le agevolazioni fiscali concesse dalla normativa …

Ora veniamo a noi.
Ai numerosi commissariamenti che si succedono senza l’adesione delle cellule di base, alle regole di democratica elezione che riserva rappresentanti alla sola maggioranza, alla assoluta neghittosa intolleranza verso le minoranze e, comunque, ai pensieri non omologati, etc. etc.
Addirittura veniamo a casi estremi dove si sostengono incarichi di direzione e/o coordinamento in maniera artificiosa ed artificiale, ai coordinatori sfiduciati da oltre un anno su cui non si convoca il coordinamento per evitarne la surroga e questo anche ad oltre due mesi dalla scadenza entro la quale lo stesso presidente nazionale aveva indicato l’obbligo di rinnovo dei coordinatori in tutto il movimento!
E non basta …
Benché non perfezionato per la mancanza di un membro la Conferenza Regionale della Campania, in barba a chi aveva posto la questione di fiducia, si riunisce col coordinatore di Napoli e provincia sfiduciato e questi partecipa a decisioni importanti per tutto il movimento.
E ancora non basta …
Si convocano le elezioni individuando nel confratello Alberto avv. Corsinovi il responsabile di Confederazione deputato a presiedere alle operazioni. Per un lutto sopraggiunto al confratello si annulla la convocazione (nonostante lo stesso abbia mantenuto tutti gli altri impegni assunti ad eccezione delle elezioni del Coordinatore di Napoli) e non si pensa nemmeno di sostituirlo con un altro consigliere nazionale (in Campania ne esistono due) né a distanza di altre settimane lo stesso Corsinovi si appresta a colmare il ritardo.
La DEMOCRAZIA ha fatto la fine della GRATUITA’: plasmata a piacere dei dominanti.
Del resto dopo il traguardo a cui è arrivato il Consorzio OPERE DI MISERICORDIA (dove invece di nominare un direttivo si è preferito “commissariare” con un Amministratore unico) penso che al Coordinamento di Napoli e Caserta resti una sola speranza: che si possa trovare ancora qualche confratello disponibile a commissariare il coordinamento, magari attingendo nella fucina di commissari che è diventata la Ven. Misericordia di Empoli.
Almeno non avremo un coordinatore che non riceve la fiducia delle Misericordie che rappresenta.


Sarà interessante continuare lo studio della Riforma badando agli strumenti di controllo chiamati a vigilare sulla distorsione del principio della Democrazia nelle organizzazioni del Volontariato e, soprattutto, a verificare le responsabilità che si cumulano nella posizione di membro del Consiglio Direttivo qualora non si vigili sulla osservanza dei principi fondamentali.

venerdì 1 settembre 2017

Professione Volontario: RIFLESSIONI SULLA RIFORMA N.2 - Art. 17

I Volontari, ormai,  non sono presenti solo nelle organizzazioni di volontariato ma in tutti gli ETS (enti di terzo settore – v. il post RIFLESSIONI SULLA RIFORMA: N. 1 – SIAMO TUTTI ETS! Del 3 agosto scorso) che sono “tenuti a iscrivere in un apposito registro i volontari che svolgono la loro attività in modo non occasionale”.
Su questi volontari si intrattiene l’articolo 17 del nuovo Codice, collegandoli comunque al principio della Gratuità con il terzo comma dell’articolo, sostenendo che “L’attività del volontario non può essere retribuita in alcun modo nemmeno dal beneficiario. Al volontario possono essere rimborsate dall'ente del Terzo settore tramite il quale svolge l’attività soltanto le spese effettivamente sostenute e documentate per l’attività prestata, entro limiti massimi e alle condizioni preventivamente stabilite dall'ente medesimo. Sono in ogni caso vietati rimborsi spese di tipo forfetario.”
Ma subito dopo al comma 4 il legislatore si rimangia tutto e, cedendo al momento buio della crisi, inventa la professione volontario, sottopagando, sfruttando le necessità che attanagliano i nostri giovani ed i nostri anziani inventa il modo più bieco per offrire lavoro nero per i lavori più nobili e più umili che si possono svolgere accanto ai bisognosi.
Ritorna sui suoi passi e ammette un rimborso spese forfettario ed autocertificato purché non superino l’importo di 10 euro giornalieri e 150 euro mensili e l’organo sociale competente deliberi sulle tipologie di spese e le attività di volontariato per le quali è ammessa questa modalità di rimborso.”
Non riflette, l’ingenuo legislatore, che iscrivendosi a 6 associazioni e svolgendo 10 servizi di 3 ore al mese in ciascuna di queste associazioni, cooperative, fondazioni … ovvero ETS, il “volontario” recupera 900 € al mese esentasse e non pensionabile in perfetto stile di lavoro nero legalizzato lasciandosi sfruttare dai caporali del volontariato che, ormai, fanno lobby di alto bordo impegnando questi ragazzi nelle assistenze domiciliari, nei servizi di emergenza o nei centri per l’immigrazione.
Non devo certamente essere io a far notare a quanti mi onorano di leggermi, che oggi i commessi di un bar lavorano giornate intere per 300 € al mese ovvero 10 € al giorno. Un pensionato in pensione minima tira a vivere con 600 € al giorno e, se fa volontariato, potrà incrementare del 25% il suo reddito.
Non che questo non ci faccia contenti! Anche il nostro destino di prossimi pensionati potrebbe essere alleviato da tale ristoro.
Prevediamo con piacere che le file della cooperazione si ripopoleranno del corpo volontario e che così potranno fare a meno di far firmare le dimissioni all’atto delle assunzioni.

Ma non possiamo far finta anche di descrivere con profonda amarezza il cammino che intraprende la GRATUITA’ che passa da nobile principio di garanzia della spontaneità e della sensibilità dell’individuo a volgare copertura di giochi di legalizzazione del lavoro nero.