giovedì 12 marzo 2015

NAPOLI CHIAMA AVELLINO

Il fatto.
Anche il Coordinamento di Napoli si attesta su una linea di decentramento spinto e dà un improvviso colpo di accelerazione verso una profonda autonomia dalle decisioni di una conferenza regionale nominata.
Ma andiamo con ordine. Recentemente la conferenza regionale ha individuato una serie di “esperti” per le varie linee di azione chiedendo poi ai vari governatori di indicare i collaboratori locali di tali coordinatori di settore.
Ma i governatori della provincia di Napoli non sembra che abbiano gradito questo blocco di nomi,  condivisibili nelle persone, ma non condivisi nel metodo di scelta.
È scattata una ovvia rimostranza rispetto alla moda della nomina dei fedeli scudieri, sempre più in voga in questa italietta pseudo feudale di valvassini e valvassori.
Da qui nasce, nella riunione di stasera 12 marzo, una movimentata contestazione che è sfociata poi nella bocciatura del modello di statuto di conferenza che il regionale aveva avviato a ratifica.
La doglianza per la mancata partecipazione della Confederazione al bando di gara per l’emergenza territoriale dell’ASL NA3Sud, ha fatto il resto.
Alla fine della riunione ha prevalso, con quasi totalità dei presenti, un senso di responsabilità e l’esigenza di confrontarsi con altri pezzi della regione Campania che stanno ragionando sulla possibilità di costituire soggetti territoriali che autodeterminino i propri destini (vedi http://confraternitedimisericordia.blogspot.it/2015/02/autonomia-ad-avellino_16.html ). In pratica Napoli chiama il Coordinamento di Avellino al confronto per stabilire linee comuni di azione e convergenza su soluzioni condivise.

Le prime riflessioni.
È chiaro che l’assetto imposto alla base e la politica della contribuzione eccessiva, creino dissapori ed insoddisfazioni che, nella gestione di un movimento di volontariato, generano demotivazione profonda in un momento che, economicamente parlando, sta stressando non solo gli individui ma anche e soprattutto le organizzazioni sempre più estenuate da una domanda che cresce e da mezzi sempre più scarsi per fronteggiarla.
Certamente i quadri confederali non si stanno dimostrando all'altezza della situazione: sembrano non comprendere i momenti di difficoltà (tranne i loro) e allora chiedono quote più care e si inventano nuovi servizi a pagamento come la retta per i ragazzi di servizio civile.
I governatori accettano i sacrifici ma poi se vedono promossi a selettori e progettisti giovani di buone speranze lasciando nelle retrovie le certezze di chi ha sempre e gratuitamente offerto la sua esperienza, qualche legittima perplessità se la pongono!
Firenze, come la Roma del basso impero, è lontana dalle trincee e si crogiola delle antiche vestigia lisciandosi la chioma come vecchia donna al ricordo di gioventù sfiorita.

La proposta.
Non ci sembra giusto infierire proprio in questo momento di sbandamento anche sotto attacco mediatico!
Allora ci prendiamo la briga di ricordare le soluzioni che stanno nel nome.
Invitiamo, come giustamente indicato dal coordinamento di Napoli, al confronto aperto, onesto intellettualmente, sincero, corale, che richiami alle radici, alla gratuità, alle giuste motivazioni, che ripudi gli accentramenti, le deviazioni, le degenerazioni, gli arrivismi più biechi.
Ma ricordiamo che questo non basta per chi si ispira alla Misericordia Divina.
Anche un momento di raccoglimento e di preghiera non deve mancare.
Ritrovarsi a collegarsi al Padre ci ha sempre fatto uscire anche da caos peggiori.
Lo so. Molti increduli staranno sorridendo con il ghigno di chi non crede in certi Strumenti.
Purtroppo è questa la più amara e concreta certezza: le fila si sono ingrossate di soggetti che fanno finta di pregare. Preghiamo anche per loro!
Vi chiedo: sarebbe il caso di incontrarci a Pompei a metà aprile per raccoglierci e dimenticare per un giorno le convenzioni milionarie che ci hanno diviso e concentrarci sul servizio che ci è stato affidato?