giovedì 20 agosto 2015

Sentenza di Cassazione su Statuti e rendicontazione delle Onlus.


La Cassazione, con la sentenza n.16726/2015, ha collegato l’applicazione dei trattamenti agevolati per le Onlus in genere all’inserimento negli atti costitutivi e negli statuti di clausole dettagliate.

Secondo la Corte, non è sufficiente, per godere del trattamento di favore, la mera appartenenza dell'ente alla categoria delle onlus, né è sufficiente l'accertamento dell'ambito della loro attività a prescindere dal rispetto dei requisiti formali.

La mancanza di uno solo dei requisiti, formali o sostanziali, determina, quindi, sia la cancellazione dall'anagrafe delle onlus che il venir meno del regime agevolato.

Secondo l’Amministrazione l’associazione di cui si tratta nella sentenza richiamata, non avendo redatto il bilancio annuale e il rendiconto dei versamenti in contanti derivati dalle raccolte di fondi, non poteva godere dell'agevolazione fiscale, avendo impedito la verifica dell'inesistenza della distribuzione anche indiretta di utili e di avanzi di gestione, riserve o capitale.

La Commissione Tributaria Regionale aveva accolto l’appello dell’associazione che aveva osservato, che a fronte di una non perfetta tenuta dei registri contabili e dei libri sociali, non aveva effettuato prestazioni estranee all’attività istituzionali.


La sentenza richiamata pone definitivamente chiarezza sulla necessità di una adeguata rendicontazione contabile che consenta di determinare con certezza la destinazione legittima degli utili.

martedì 23 giugno 2015

Chi assicurerà i servizi scolastici agli alunni con disabilità?

Tante associazioni benemerite e, in particolare tante Misericordie della Campania da anni svolgono servizi di accompagnamento e servizi di assistenza e trasporto per gli alunni con disabilità sollevando le famiglie dall’impegno totale dei genitori che procurerebbe situazioni insostenibili che si andrebbero a sommare, in alcuni casi, alle notevoli difficoltà già presenti nei nuclei familiari.
Quali Enti della Campania garantiranno nel prossimo anno scolastico questi servizi  che fino al 2014 erano di competenza delle Province?
I Comuni ed i relativi piani di zona, già in difficoltà negli ultimi mesi delle precedenti annualità, si ritraggono sempre di più anche dai loro impegni penalizzando la qualità dei servizi e anche la quantità delle erogazioni.
Recentemente ha lanciato l’allarme anche la Federhand/FISH Campania, che in una lettera inviata alle Istituzioni Amministrative e Regionali chiede la risoluzione del problema entro il 1° settembre, per evitare che le famiglie procedano con denunce alla Procura della Repubblica, per interruzione di pubblici servizi.
La stessa associazione in Lombardia assicura che «Già al primo giorno del prossimo anno scolastico, in Lombardia potrebbero mancare all’appello 4.650 studenti. Sono i bambini e i ragazzi con disabilità sensoriale delle scuole di ogni ordine e grado e i giovani con disabilità che frequentano le scuole superiori. Infatti, nonostante l’allarme lanciato da più di un anno dalle associazioni delle persone con disabilità, né il Governo, né la Regione Lombardia, né le vecchie e nuove Province, né la Città Metropolitana di Milano hanno trovato il modo di garantire il diritto allo studio a questi bambini e ragazzi. Che rischiano di restare privi dei servizi di assistenza alla comunicazione, assistenza educativa e trasporto. Una condizione che li costringerebbe a restare a casa o a ridurre di molto la frequenza scolastica».
Alla nostra sensibilità intuire cosa potrebbe avvenire nel resto di Italia ed in Campania in particolare
La Legge 56/14 [la cosiddetta “Legge Delrio”, “Disposizioni sulle Città Metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni”, N.d.R.] ha stabilito che alla fine del 2014 fossero abolite le competenze delle Province riguardanti l’assistenza scolastica agli alunni con cecità e sordità nelle scuole di ogni ordine e grado, l’assistenza all’autonomia e alla comunicazione e il trasporto gratuito agli altri alunni con disabilità frequentanti le scuole secondarie di secondo grado e l’edilizia sempre per le scuole secondarie di secondo grado. La stessa Legge, però, prevedeva anche che entro la fine dello scorso anno le Regioni approvassero apposite norme che riattribuissero ai nuovi Enti (Città Metropolitane e Consorzi di Comuni) le competenze delle Province.
Dobbiamo, pertanto, rappresentare la nostra forte preoccupazione per l’ancora non definita situazione della nostra Regione, chiedendo di attivare al più presto, ciascuno per le proprie competenze, tutte le misure necessarie a garantire fin dall’inizio del prossimo anno scolastico ciò che fino allo scorso anno veniva assicurato dalle Province.
L’invito è di non lasciarsi distrarre, come volontari di Misericordie, dai grandi appalti su emergenza sanitaria e immigrazione ed informare le attività in questo settore ad una azione di pungolo delle amministrazioni e dei politici sul tema della assistenza ai portatori di handicap.
Per ulteriori informazioni e approfondimenti un utile riferimento è federhand.fishcampania@gmail.com.

martedì 5 maggio 2015

Terremoti, scossa di 2,4 gradi sul Vesuvio



Terremoti, scossa di 2,4 gradi sul Vesuvio


DA

Una scossa si è registrata questa mattina, poco dopo le 12.30, sul Vesuvio. 
La magnitudo è stata di 2,4 gradi a 0,1 chilometri di profondità. 
Ne dà notizia la Rete Sismica Nazionale dell'INGV

Comunicato
Un terremoto di magnitudo(Md) 2.4 è avvenuto alle ore 12:30:19 italiane del giorno 05/Mag/2015 (10:30:19 05/Mag/2015 - UTC).
Il terremoto è stato localizzato dalla Rete Sismica Nazionale dell'INGV nel distretto sismico: Vesuvio.
I valori delle coordinate ipocentrali e della magnitudo rappresentano la migliore stima con i dati a disposizione. Eventuali nuovi dati o analisi potrebbero far variare le stime attuali della localizzazione e della magnitudo. 

Non si sono registrati danni a persone o cose.

http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=1335748&sez=NAPOLI&ssez=CRONACA&utm_source=twitterfeed&utm_medium=twitter

martedì 28 aprile 2015

L'autoconvocazione del volontariato.

Sabato 9  maggio, Roma ospiterà l'autoconvocazione del volontariato, un'iniziativa lanciata il 5 dicembre scorso in occasione della Giornata Internazionale del Volontariato e promossa da Forum Nazionale del Terzo Settore, Consulta del Volontariato presso il Forum, ConVol - Conferenza Permanente delle Associazioni Federazioni e Reti di Volontariato e CSVnet - Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato.
Saranno coinvolti i volontari che aderiscono alle decine di migliaia di organizzazioni presenti capillarmente su tutto il territorio nazionale che ogni giorno operano per il bene comune e che, attraverso il loro agire gratuito e volontario, creano occasioni di partecipazione e promozione umana e sociale.
Si inaugura un cammino che durerà sino al 5 dicembre prossimo e durante il quale il volontariato italiano (si spera Misericordie comprese) si interrogherà sulle prospettive del proprio ruolo nella società italiana ed europea di oggi.
Il dibattito non potrà prescindere da considerazioni e riflessioni circa il processo di riforma del Terzo Settore che il governo ha avviato.
Un punto nodale da mettere al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica consiste nel definire l’equilibrio tra due funzioni consolidate del volontariato: quella di advocacy, di denuncia dei soprusi e di difesa dei più deboli e quella di servizio che può sfociare nella supplenza e nel condizionamento del mercato.

giovedì 12 marzo 2015

NAPOLI CHIAMA AVELLINO

Il fatto.
Anche il Coordinamento di Napoli si attesta su una linea di decentramento spinto e dà un improvviso colpo di accelerazione verso una profonda autonomia dalle decisioni di una conferenza regionale nominata.
Ma andiamo con ordine. Recentemente la conferenza regionale ha individuato una serie di “esperti” per le varie linee di azione chiedendo poi ai vari governatori di indicare i collaboratori locali di tali coordinatori di settore.
Ma i governatori della provincia di Napoli non sembra che abbiano gradito questo blocco di nomi,  condivisibili nelle persone, ma non condivisi nel metodo di scelta.
È scattata una ovvia rimostranza rispetto alla moda della nomina dei fedeli scudieri, sempre più in voga in questa italietta pseudo feudale di valvassini e valvassori.
Da qui nasce, nella riunione di stasera 12 marzo, una movimentata contestazione che è sfociata poi nella bocciatura del modello di statuto di conferenza che il regionale aveva avviato a ratifica.
La doglianza per la mancata partecipazione della Confederazione al bando di gara per l’emergenza territoriale dell’ASL NA3Sud, ha fatto il resto.
Alla fine della riunione ha prevalso, con quasi totalità dei presenti, un senso di responsabilità e l’esigenza di confrontarsi con altri pezzi della regione Campania che stanno ragionando sulla possibilità di costituire soggetti territoriali che autodeterminino i propri destini (vedi http://confraternitedimisericordia.blogspot.it/2015/02/autonomia-ad-avellino_16.html ). In pratica Napoli chiama il Coordinamento di Avellino al confronto per stabilire linee comuni di azione e convergenza su soluzioni condivise.

Le prime riflessioni.
È chiaro che l’assetto imposto alla base e la politica della contribuzione eccessiva, creino dissapori ed insoddisfazioni che, nella gestione di un movimento di volontariato, generano demotivazione profonda in un momento che, economicamente parlando, sta stressando non solo gli individui ma anche e soprattutto le organizzazioni sempre più estenuate da una domanda che cresce e da mezzi sempre più scarsi per fronteggiarla.
Certamente i quadri confederali non si stanno dimostrando all'altezza della situazione: sembrano non comprendere i momenti di difficoltà (tranne i loro) e allora chiedono quote più care e si inventano nuovi servizi a pagamento come la retta per i ragazzi di servizio civile.
I governatori accettano i sacrifici ma poi se vedono promossi a selettori e progettisti giovani di buone speranze lasciando nelle retrovie le certezze di chi ha sempre e gratuitamente offerto la sua esperienza, qualche legittima perplessità se la pongono!
Firenze, come la Roma del basso impero, è lontana dalle trincee e si crogiola delle antiche vestigia lisciandosi la chioma come vecchia donna al ricordo di gioventù sfiorita.

La proposta.
Non ci sembra giusto infierire proprio in questo momento di sbandamento anche sotto attacco mediatico!
Allora ci prendiamo la briga di ricordare le soluzioni che stanno nel nome.
Invitiamo, come giustamente indicato dal coordinamento di Napoli, al confronto aperto, onesto intellettualmente, sincero, corale, che richiami alle radici, alla gratuità, alle giuste motivazioni, che ripudi gli accentramenti, le deviazioni, le degenerazioni, gli arrivismi più biechi.
Ma ricordiamo che questo non basta per chi si ispira alla Misericordia Divina.
Anche un momento di raccoglimento e di preghiera non deve mancare.
Ritrovarsi a collegarsi al Padre ci ha sempre fatto uscire anche da caos peggiori.
Lo so. Molti increduli staranno sorridendo con il ghigno di chi non crede in certi Strumenti.
Purtroppo è questa la più amara e concreta certezza: le fila si sono ingrossate di soggetti che fanno finta di pregare. Preghiamo anche per loro!
Vi chiedo: sarebbe il caso di incontrarci a Pompei a metà aprile per raccoglierci e dimenticare per un giorno le convenzioni milionarie che ci hanno diviso e concentrarci sul servizio che ci è stato affidato?


venerdì 27 febbraio 2015

PIANGO I PADRI.

La potenza mediatica di una trasmissione televisiva non ci deve lasciare sconcertati.
Può da sola mettere in ginocchio secoli di storia costruiti giorno per giorno. Lo sappiamo.
La trasmissione di Servizio Pubblico di Michele Santoro del 26 febbraio, suo malgrado, ha sortito questo effetto immediato. Anche nel più recondito villaggio dove con tanto onore e tanta abnegazione, decine di volontari si sono fatti stimare al servizio della collettività, sono girati i sorrisini di scherno che tendono a smontare il teorema che ci possono essere a questo mondo persone che gratuitamente facciano qualcosa in più del dovuto per far funzionare meglio la società ed alleviare le sofferenze dei più deboli.

Non si può, del resto, gioire quando queste macchine si mettono in moto, come giustizieri implacabili, contro i soprusi, le violenze, le sopraffazioni e quant’altro ci indigna se tutte queste cose sono commesse da altri e gridare allo scandalo ed alla menzogna se ci sfiorano o ci toccano nel vivo. Ad esse si può rispondere mettendo in campo le nostre ragioni (se ne abbiamo) e tentando di convincere l’opinione pubblica che l’operazione è calunniatrice ed ingannevole. Da questo confronto viene fuori normalmente la migliore approssimazione della Verità che noi poveri mortali possiamo intercettare in questo mondo. Altrimenti capo cosparso di cenere!

Certo lascia sgomenti come una confederazione di associazioni di volontariato possa arrivare al centro di intrighi internazionali e di inenarrabili vergogne. Avremmo potuto evitare tanto con una maggiore attenzione (che da anni invochiamo) e con lo sforzo di evitare i campi minati dell’ingordigia e della presunzione di onnipotenza perché trincerati da una santa alleanza col “bene presunto” ed all’ombra di potentati politici effimeri e rappresi nel turbinio delle repubbliche.

Potremmo dire che lo avevamo detto ma sta peggio di Cassandra chi si vergogna di aver avuto ragione!

Cosa dire ai volontari che si sentono traditi, come chiedere perdono ai Papi a cui abbiamo baciato la mano e a cui abbiamo promesso fedeltà ai principi della Carità?
Non so.
Pure se queste sono domande pesanti ritengo che il pensiero più deferente debba andare ai padri fondatori che ci guardano con sguardo di ammonimento senza appello: i figli se la sono meritata tutta!!!


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martedì 24 febbraio 2015

EMERGENZA VESUVIO: RIELABORATA LA ZONA GIALLA

È ufficiale dal 13/02/2015: "Sono 63 i Comuni inclusi nella nuova zona Gialla del Vesuvio insieme ai quartieri di Barra, San Giovanni e Ponticelli del Comune di Napoli".
La zona gialla è stata riperimetrata rispetto ai precedenti piani portando dentro i comuni che possono essere interessati statisticamente dalla probabilità di superamento del 5% del carico di 300 kg/mq determinato dall'accumulo di ceneri vulcaniche. 
L’ipotesi è di un’eruzione sub-Pliniana e le probabilità sono state determinate in funzione della direzione variabile del vento. Secondo questi calcoli, spessori di deposito maggiori di 10 cm possono coprire aree a distanza di 20-50 km dal vulcano; ovviamente, l’estensione dell’area esposta alla ricaduta di ceneri dipende dall'altezza della colonna eruttiva e dalla direzione dei venti al momento dell’eruzione.
I Comuni della zona gialla sono stati definiti considerando le statistiche storiche del vento in quota, statistiche che indicano le direzioni est e sud-est come quelle dove il vento spira più giorni all'anno: perciò, nello scenario eruttivo considerato, quest'area è considerata quella con una probabilità maggiore di essere coinvolta nella ricaduta di ceneri vulcaniche con il possibile conseguente crollo dei tetti.
I 63 Comuni interessati dovranno tener conto del problema nei piani di emergenza identificando le strutture sicure staticamente per un pronto ricovero dei cittadini nel caso che si debba provvedere a evacuare la popolazione, in tutto o in parte, fuori dal Comune.
"Naturalmente l'obiettivo di medio termine - ha aggiunto l'assessore regionale Cosenza - è quello di evitare completamente queste problematiche, mettendo in sicurezza tutte le coperture della zona gialla. A tal fine la delibera approvata dalla Giunta regionale fornisce anche indicazioni sui carichi verticali da cenere (concomitanti con la pioggia), che dovranno essere considerati nella realizzazione di nuove costruzioni o nell'adeguamento delle esistenti, e sugli spessori di cenere attesi. Sarà molto importante l'adozione di tali indicazioni da parte dei Comuni che potranno inserirle nei Piani Urbanistici comunali. Finalmente poniamo rimedio ad una mancanza dei decenni passati. Anche i comuni in zona rossa potranno utilizzare le indicazioni per la messa in sicurezza delle coperture.
"Oltre al problema del collasso dei tetti, la deposizione delle ceneri vulcaniche può produrre, a livello locale, l’intasamento delle fognature, difficoltà di circolazione degli automezzi, interruzione di linee elettriche e di comunicazione, possibilità di arresto di motori. Pertanto, sono fornite indicazioni sugli spessori di cenere anche al di fuori della zona gialla: i Comuni in un’area molto vasta intorno al Vesuvio dovranno tenerne conto nella redazione dei piani di emergenza, considerando azioni per ripristinare immediatamente la funzionalità di tutti i servizi essenziali", conclude Cosenza.

"La delibera regionale – ha ribadito il capo del Dipartimento della Protezione civile Franco Gabrielli - è un ulteriore tassello del complesso puzzle che è la pianificazione di emergenza; infatti, si aggiunge al decreto del presidente del Consiglio dei Ministri sull'aggiornamento della zona rossa vesuviana, agli indirizzi per l'aggiornamento della pianificazione che devono essere pubblicati in Gazzetta Ufficiale. E ancora una volta emerge come la condivisione dell'intero percorso all'interno del Servizio nazionale della protezione civile sia fondamentale, partendo proprio dai Comuni."

lunedì 16 febbraio 2015

AUTONOMIA AD AVELLINO.

Il coordinamento della provincia di Avellino, guidato dal confratello Gabriele Lucido, governatore della Misericordia di Sant'Angelo dei Lombardi, è uno dei coordinamenti di Misericordie più rappresentativi d’Italia. Oltre trenta associazioni tra cui le più longeve della regione.
Ad Avellino infatti nascono le prime Misericordie della Regione Campania all'indomani del terremoto dell’Irpinia ed a seguito del seme gettato dai numerosissimi volontari che dalla Toscana e da altre parti d’Italia giunsero a dare soccorso in quei giorni di tremendo dolore.
Da decenni lo stesso coordinamento ha garantito alle popolazioni della provincia tanti servizi, tra cui il 118, guadagnandosi la stima e l’affetto delle popolazioni ed irradiando di buoni esempi tutta la regione.
In tali condizioni storiche è logico attendersi che si soddisfi una legittima istanza di autonomia che sia il riconoscimento della maturità di un movimento territoriale.
Oggi di fronte all'immobilismo degli organi regionali e nazionali, che a tutt'oggi, contrariamente a quanto accaduto in tempi non sospetti, a valle dell’approvazione del nuovo statuto, in altre regioni che hanno costituito le federazioni regolarmente fondate ed elette, la Campania resta al palo e si vede fanalino di coda nel processo di autonomia che pur aveva contribuito fortemente a far passare.
Responsabilmente, la provincia più importante della regione per il movimento delle Misericordie prende l’iniziativa e rompe gli indugi convocandosi per il 28 prossimo con all'ordine del giorno la costituzione del soggetto autonomo di livello provinciale.

È chiaro il valore provocatorio che va oltre a quello reale, pur importante, della nuova costituzione: speriamo che nelle alte sfere tra consorzi, grandi appalti e progettifici, si capisca che si deve trovare anche il tempo da dedicare alla base fatta di associazione stimate e maggiorenni.

mercoledì 14 gennaio 2015

IL MODELLO SUPER-MISERICORDIA AVANZA

Annunci fragorosi fanno sapere che il 9 gennaio scorso Confederazione e Federazioni Regionali già costituite si sono date appuntamento alla firma del Consorzio Opere di Misericordia.
Cominciamo a vedere da dove si parte. L’idea, molto più sana nella costituzione, parte una decina di anni fa su input dell’allora vice presidente Nazionale Emilio Capriolo che ebbe l’idea di consorziare le cooperative che erano nate numerose nell’alveo di Confraternite di Misericordia.
Il bisogno nasceva dalla possibilità, che si intuiva, di creare un network che potesse appoggiare le azioni del Volontariato e che potesse rispondere alle crescenti iniziative di attività professionalizzate che si andavano determinando in tutte le regioni.
Le vicende della indimenticata Millenium travolsero tutto. Le amministrazioni che seguirono non cedettero nel progetto e non lo difesero abbastanza anzi presto lo arenarono e lo liquidarono.
Oggi si riparte.
Chi erano i soci all’epoca? Imprese sociali collegate a singole Misericordie e la Confederazione che determinava il momento di unione e di raccordo.
Oggi partecipano Confederazione Nazionale e le Federazioni Regionali già costituite.
Praticamente la quasi totalità del Consiglio di presidenza.
Firmano
1.     il presidente nazionale Roberto Trucchi,
2.     il tesoriere Maria Pia Bertolucci e Presidente del Consorzio ,
3.     il presidente della Federazione Calabria – Basilicata, Consigliere Nazionale, Consigliere di Presidenza e Vice Presidente Nazionale Leonardo Sacco,
4.   il presidente della Federazione Toscana e consigliere Nazionale Alberto Corsinovi,
5.     il presidente della Federazione Puglia, Consigliere Nazionale, Consigliere  di Presidenza Gianfranco Gilardi,
6.     il presidente della Federazione Emilia Romagna, Consigliere Nazionale, Consigliere di Presidenza Israel De Vito.
Queste sei persone hanno in mano Confederazione e Consorzio: un Gotha Pensante e Governante per tutta l’Italia.
Stavolta il modello è ancora di più quello della Super Misericordia che si ibrida anche a consorzio di impresa. Le scelte sono fatte. Chi non si adegua viene espulso.
Il Volontariato è un ricordo asservito alla partecipazione alle gare.
Si legge nel comunicato sul sito istituzionale “Al consorzio, che potrà partecipare a gare di appalto pubbliche e private mediante la predisposizione di offerte in nome proprio o in nome, per conto e nell'interesse di uno, di alcuni o di tutti i consorziati, possono aderire tutte le Misericordie e le strutture d’impresa da esse promosse.”
Il Consorzio non costituisce un appendice delle Misericordie ma è un mixer di associazioni di volontariato e imprese sociali con direzione coincidenti.
Se questo è il futuro, la riforma del terzo settore dovrà presto rivedere gli albi regionali, le esenzioni, le facilitazioni, il sistema delle convenzioni ed il sistema delle gare di appalto … o forse questo tipo di iniziative è fuori dal sistema?!

martedì 6 gennaio 2015

I POVERI NON POSSONO DIVENTARE UN’OCCASIONE DI GUADAGNO

Adesso che la frase intercettata dalla forze dell’ordine (“Si fanno più soldi con gli immigrati che con la droga”) è diventata probabilmente la più odiosa tra quelle pronunciate dai membri della cupola mafiosa capitolina, torna alla mente una denuncia della Caritas di Roma affidata ad una nota appena dopo i fatti di Tor Sapienza. La Caritas scriveva: “E’ il risultato di anni di abbandono, ma al tempo stesso l’effetto di politiche sbagliate verso i rom e i rifugiati, senza sforzi per l’integrazione e improntate soprattutto all’emergenza, frutto di istituzioni che non collaborano, di cooperative senza scrupoli che poco hanno a cuore la sorte delle persone che le sono affidate, di territori dimenticati dalla istituzioni, in cui sono parimenti vittime italiani e immigrati”. (Alberto Bobbio, Famiglia Cristiana, 5 dicembre 2014)

«Dietro l’impegno sociale si nascondono anche affaristi», perché «dovunque c’è da fare affari le organizzazioni criminali si lanciano». Lo dice Raffaele Cantone, magistrato e Presidente dell’Autorità anticorruzione, intervistato il 5 dicembre da Radio anch’io. «So quanto è pericoloso quanto sto per dire», aggiunge, «ma è importante anche per tutelare chi lavora bene: nel mondo dell’assistenza c’è il meglio dell’Italia, ma ci sono anche gli affaristi». «Il mondo cooperativo talvolta è meramente fittizio», insiste. «Nell’interesse degli onesti bisogna fare un’operazione di grande trasparenza»….  dice bene Cantone: i criminali si infilano ovunque c’è uno spazio per lucrare e fare affari. (Luciano Scalettari @lusca19 , Famiglia Cristiana, 5 dicembre 2014)

La carità non fa bene solo all'anima. (Massimo Gramellini @Gramellini 6/12/2014 Che tempo che fa - RAI 3)

Queste frasi dello scandalo sono finite su tutti mezzi d’informazione negli stesse ore in cui Papa Francesco, parlando ai volontari del Focsiv e alla Premiata come volontaria dell’anno Maria Luisa Cortinovis (da 47 anni cooperante in Ecuador) sottolineava che «i poveri non possono diventare un’occasione di guadagno».

Per un'economia in parte malavitosa e in parte clientelare: dai trafficanti alle coop. L'Ue ci addita il virtuoso esempio di Germania e Svezia, primi paesi per numero di domande di asilo. Ma, a parte il fatto che l'Italia nel 2014 ha avuto il maggior aumento delle domande di asilo (+144%, mentre la media europea si ferma al di sotto del +20%), in Germania e Svezia i profughi non arrivano su barche scassate, stremati e bisognosi di aiuto pubblico, restando il tempo necessario a rimettersi in sesto, arrivano per sistemarsi e diventare produttivi al servizio di economie cui la manodopera fa comodo. Eppure questa marea umana mette in modo un sacco di soldi anche da noi. Siamo un punto di passaggio obbligato.
Eccoli, i numeri del fenomeno. Dal primo gennaio a metà ottobre 2014 abbiamo fatto fronte a 918 sbarchi di 146.922 migranti, l'11% donne e il 21,2% minori. Per il Censis è un'emergenza «senza precedenti». Nel 2011, pur con le primavere arabe, gli arrivi erano stati 63mila, 13mila nel 2012 e 43mila in tutto il 2013. E le rotte provano che c'è dietro un traffico organizzato: il grosso dei profughi parte da Paesi lontani tra loro, Eritrea e Siria, ma passano sempre per il Sudan e l'Italia. Viaggi rischiosissimi, pagati fino a 5.000 euro a testa, che possono fruttare anche 1,3 milioni di euro a tratta. Prima attraverso il deserto su pick up stracolmi e poi via mare, su barche malridotte. Gli eritrei pagano meno e viaggiano nella stiva, con poca aria, cibo, acqua, e il maggior rischio di lasciarci la pelle in caso di difficoltà di navigazione. Che non sono un'optional ma, da quando c'era Mare Nostrum, una costante prevista dai trafficanti. Non appena ci si allontana dalle coste e il mare si fa grosso, gli scafisti hanno istruzione di telefonare alle autorità italiane per farsi venire a prendere.
C'è anche chi finisce male ancora prima di partire. Alcuni vengono venduti dai trafficanti a bande di beduini che li tengono prigionieri sottoterra nel Sinai. Potranno proseguire il viaggio solo se le famiglie mettono insieme i riscatti, fino a 30.000 dollari. Altrimenti verranno loro espiantati i reni, per venderli. Da il Giornale.it del 4/1/2015.

Oggi festa dell’Epifania, festa in cui Iddio incarnato si rivela a tutti noi, anche a noi delle Misericordie, guardiamoci intorno, guardiamoci dentro e ricordiamoci il monito di quel Papa che abbiamo voluto incontrare appena qualche mese fa: «i poveri non possono diventare un’occasione di guadagno».


Auguri di buon anno. Peppe De Stefano