venerdì 27 febbraio 2015

PIANGO I PADRI.

La potenza mediatica di una trasmissione televisiva non ci deve lasciare sconcertati.
Può da sola mettere in ginocchio secoli di storia costruiti giorno per giorno. Lo sappiamo.
La trasmissione di Servizio Pubblico di Michele Santoro del 26 febbraio, suo malgrado, ha sortito questo effetto immediato. Anche nel più recondito villaggio dove con tanto onore e tanta abnegazione, decine di volontari si sono fatti stimare al servizio della collettività, sono girati i sorrisini di scherno che tendono a smontare il teorema che ci possono essere a questo mondo persone che gratuitamente facciano qualcosa in più del dovuto per far funzionare meglio la società ed alleviare le sofferenze dei più deboli.

Non si può, del resto, gioire quando queste macchine si mettono in moto, come giustizieri implacabili, contro i soprusi, le violenze, le sopraffazioni e quant’altro ci indigna se tutte queste cose sono commesse da altri e gridare allo scandalo ed alla menzogna se ci sfiorano o ci toccano nel vivo. Ad esse si può rispondere mettendo in campo le nostre ragioni (se ne abbiamo) e tentando di convincere l’opinione pubblica che l’operazione è calunniatrice ed ingannevole. Da questo confronto viene fuori normalmente la migliore approssimazione della Verità che noi poveri mortali possiamo intercettare in questo mondo. Altrimenti capo cosparso di cenere!

Certo lascia sgomenti come una confederazione di associazioni di volontariato possa arrivare al centro di intrighi internazionali e di inenarrabili vergogne. Avremmo potuto evitare tanto con una maggiore attenzione (che da anni invochiamo) e con lo sforzo di evitare i campi minati dell’ingordigia e della presunzione di onnipotenza perché trincerati da una santa alleanza col “bene presunto” ed all’ombra di potentati politici effimeri e rappresi nel turbinio delle repubbliche.

Potremmo dire che lo avevamo detto ma sta peggio di Cassandra chi si vergogna di aver avuto ragione!

Cosa dire ai volontari che si sentono traditi, come chiedere perdono ai Papi a cui abbiamo baciato la mano e a cui abbiamo promesso fedeltà ai principi della Carità?
Non so.
Pure se queste sono domande pesanti ritengo che il pensiero più deferente debba andare ai padri fondatori che ci guardano con sguardo di ammonimento senza appello: i figli se la sono meritata tutta!!!


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martedì 24 febbraio 2015

EMERGENZA VESUVIO: RIELABORATA LA ZONA GIALLA

È ufficiale dal 13/02/2015: "Sono 63 i Comuni inclusi nella nuova zona Gialla del Vesuvio insieme ai quartieri di Barra, San Giovanni e Ponticelli del Comune di Napoli".
La zona gialla è stata riperimetrata rispetto ai precedenti piani portando dentro i comuni che possono essere interessati statisticamente dalla probabilità di superamento del 5% del carico di 300 kg/mq determinato dall'accumulo di ceneri vulcaniche. 
L’ipotesi è di un’eruzione sub-Pliniana e le probabilità sono state determinate in funzione della direzione variabile del vento. Secondo questi calcoli, spessori di deposito maggiori di 10 cm possono coprire aree a distanza di 20-50 km dal vulcano; ovviamente, l’estensione dell’area esposta alla ricaduta di ceneri dipende dall'altezza della colonna eruttiva e dalla direzione dei venti al momento dell’eruzione.
I Comuni della zona gialla sono stati definiti considerando le statistiche storiche del vento in quota, statistiche che indicano le direzioni est e sud-est come quelle dove il vento spira più giorni all'anno: perciò, nello scenario eruttivo considerato, quest'area è considerata quella con una probabilità maggiore di essere coinvolta nella ricaduta di ceneri vulcaniche con il possibile conseguente crollo dei tetti.
I 63 Comuni interessati dovranno tener conto del problema nei piani di emergenza identificando le strutture sicure staticamente per un pronto ricovero dei cittadini nel caso che si debba provvedere a evacuare la popolazione, in tutto o in parte, fuori dal Comune.
"Naturalmente l'obiettivo di medio termine - ha aggiunto l'assessore regionale Cosenza - è quello di evitare completamente queste problematiche, mettendo in sicurezza tutte le coperture della zona gialla. A tal fine la delibera approvata dalla Giunta regionale fornisce anche indicazioni sui carichi verticali da cenere (concomitanti con la pioggia), che dovranno essere considerati nella realizzazione di nuove costruzioni o nell'adeguamento delle esistenti, e sugli spessori di cenere attesi. Sarà molto importante l'adozione di tali indicazioni da parte dei Comuni che potranno inserirle nei Piani Urbanistici comunali. Finalmente poniamo rimedio ad una mancanza dei decenni passati. Anche i comuni in zona rossa potranno utilizzare le indicazioni per la messa in sicurezza delle coperture.
"Oltre al problema del collasso dei tetti, la deposizione delle ceneri vulcaniche può produrre, a livello locale, l’intasamento delle fognature, difficoltà di circolazione degli automezzi, interruzione di linee elettriche e di comunicazione, possibilità di arresto di motori. Pertanto, sono fornite indicazioni sugli spessori di cenere anche al di fuori della zona gialla: i Comuni in un’area molto vasta intorno al Vesuvio dovranno tenerne conto nella redazione dei piani di emergenza, considerando azioni per ripristinare immediatamente la funzionalità di tutti i servizi essenziali", conclude Cosenza.

"La delibera regionale – ha ribadito il capo del Dipartimento della Protezione civile Franco Gabrielli - è un ulteriore tassello del complesso puzzle che è la pianificazione di emergenza; infatti, si aggiunge al decreto del presidente del Consiglio dei Ministri sull'aggiornamento della zona rossa vesuviana, agli indirizzi per l'aggiornamento della pianificazione che devono essere pubblicati in Gazzetta Ufficiale. E ancora una volta emerge come la condivisione dell'intero percorso all'interno del Servizio nazionale della protezione civile sia fondamentale, partendo proprio dai Comuni."

lunedì 16 febbraio 2015

AUTONOMIA AD AVELLINO.

Il coordinamento della provincia di Avellino, guidato dal confratello Gabriele Lucido, governatore della Misericordia di Sant'Angelo dei Lombardi, è uno dei coordinamenti di Misericordie più rappresentativi d’Italia. Oltre trenta associazioni tra cui le più longeve della regione.
Ad Avellino infatti nascono le prime Misericordie della Regione Campania all'indomani del terremoto dell’Irpinia ed a seguito del seme gettato dai numerosissimi volontari che dalla Toscana e da altre parti d’Italia giunsero a dare soccorso in quei giorni di tremendo dolore.
Da decenni lo stesso coordinamento ha garantito alle popolazioni della provincia tanti servizi, tra cui il 118, guadagnandosi la stima e l’affetto delle popolazioni ed irradiando di buoni esempi tutta la regione.
In tali condizioni storiche è logico attendersi che si soddisfi una legittima istanza di autonomia che sia il riconoscimento della maturità di un movimento territoriale.
Oggi di fronte all'immobilismo degli organi regionali e nazionali, che a tutt'oggi, contrariamente a quanto accaduto in tempi non sospetti, a valle dell’approvazione del nuovo statuto, in altre regioni che hanno costituito le federazioni regolarmente fondate ed elette, la Campania resta al palo e si vede fanalino di coda nel processo di autonomia che pur aveva contribuito fortemente a far passare.
Responsabilmente, la provincia più importante della regione per il movimento delle Misericordie prende l’iniziativa e rompe gli indugi convocandosi per il 28 prossimo con all'ordine del giorno la costituzione del soggetto autonomo di livello provinciale.

È chiaro il valore provocatorio che va oltre a quello reale, pur importante, della nuova costituzione: speriamo che nelle alte sfere tra consorzi, grandi appalti e progettifici, si capisca che si deve trovare anche il tempo da dedicare alla base fatta di associazione stimate e maggiorenni.