lunedì 25 aprile 2011

INTERVENTO DI SANTO CARNAZZO: CONFEDERAZIONE VISTA DALLA SICILIA

Ai Governatori di Misericordia della Regione Sicilia.

Gentili Consorelle e cari Confratelli,

desidero fornirvi qualche notizia in merito ai lavori dell’Assemblea Nazionale delle Misericordie, che si è tenuta il 16 del c.m. a Montecatini Terme.

Per meglio comprenderne gli sviluppi è utile una prefazione.

Nel 1999 ritenemmo indispensabile per la crescita del Movimento, specialmente nelle aree meno sviluppate, un decentramento reale con autonomia d’aggregazione. Su questa linea politica ci siamo ritrovati in tanti, primo fra tutti il mio amico Beppe De Stefano; con Lui ho condiviso aspettative, lotte di governo e di opposizione confederale (molta più opposizione che governo, invero!). Di questi anni ho un ricordo intenso e posso dire, con la consapevolezza di chi non teme smentite, che mai ci è mancata lucidità ideale e disinteresse personale. Anni di piacevole impegno che si sono condensati, in ultimo, nel documento detto di Cassano; in questo elaborato sono riportate le nostre proposte su come articolare la nuova Confederazione, stante che la vecchia è al collasso economico e gestionale, e che appare sempre più interessata a gestire i piccoli problemi di singole Misericordie che ad elaborare strategie comuni.

Centrale nella nostra proposta è il nuovo statuto; questi deve prevedere che il Movimento si articoli in Associazioni di 2° e 3° livello, autonome ed aggregate sia per territorio che per tematiche operative. L’insieme di questi soggetti autonomi, liberamente costituiti, confluiscono nel nuovo soggetto nazionale.

Questa visione è stata osteggiata negli anni, con forza spasmodica, sia dai Confratelli toscani che dai nostri Confratelli Siciliani, che di Essi sono politicamente sodali. Per questa linea politica siamo stati attaccati, e lo siamo ancora, quindi per una visione politica innovativa e non per le nostre scadenti qualità di governo.

Ritornando a Montecatini Terme, durante il Consiglio nazionale di giorno 15 c.m., e successivamente in Assemblea, è stata approvata all’unanimità una proposta della toscana, che impegna il Movimento ad approvare entro settembre 2011 il nuovo statuto confederale, compiutamente e pienamente autonomista, ed a portare con questo nuovo strumento le Misericordie al voto nazionale.

Quindi con tale approvazione all’unanimità si evidenzia:

1. la lungimiranza della nostra visione politica,

2. la nuova volontà della toscana, che renderà economicamente autonome le proprie aggregazioni regionali di 2° livello, dopo essersi presi, senza colpo ferire, l’autonomia politica ed amministrativa,

3. le ricadute che da questo cambio di volontà si avranno sui territori extra toscana,

4. il pieno insuccesso dell’attività politica dei nostri Consiglieri nazionali,

5. la necessità che anche sul territorio siciliano inizi la stagione dell’aggregazione, per migliorare la capacità di ideazione e di risposta.

Potremmo anche lagnarci che sino a quando era la periferia a chiedere l’autonomia, la lotta della Confederazione e dei nostri Consiglieri nazionali è stata spietata; quando dopo a chiedere l’indipendenza, economica, politica e amministrativa, è stata la Toscana si procede all’unanimità.

Ma noi non lo pensiamo; non ci interessa.

Siamo soddisfatti che le nostri tesi politiche, oggi, abbiano ottenuto l’unanimità, e che da questa fase riparte una nuova politica di crescita dei territori.

Non mi nascondo certo che quanto di grave è successo, e continua ancora a succedere, in Sicilia, ci costringerà a dividerci; ma ritengo altresì che tale divisione operativa dovrà vedere in futuro una nuova coesione, basata sul rispetto delle regole e della verità, sulla democraticità delle cariche elettive, sulle idee, sugli ideali e sui valori.

Per tutto ciò ritengo che è giunta l’ora che si crei in Sicilia la prima aggregazione di 2° livello; una aggregazione che abbia al pari di quelle toscane piena autonomia e riconoscimento.

Per questo nuovo orizzonte mi spenderò da oggi, nel solo e pieno interesse delle Misericordie.

Come da sempre.

Vi invio i miei più sinceri auguri di una felice e santa pasqua.

Fraterni saluti

Santo Carnazzo

Coordinatore Misericordie della Provincia Catania

mercoledì 20 aprile 2011

AUGURI


LA PACE E LA SERENITA'
SONO I SEGNI DELLA RESURREZIONE.

BUONA PASQUA
AI POVERI ED AI SOFFERENTI
AI VOLONTARI CHE LI ASSISTONO
ALLE SORELLE ED AI FRATELLI DI MISERICORDIA

E BUONA PASQUA
ALLA CONFEDERAZIONE
ED A TUTTE LE MISERICORDIE D'ITALIA.

domenica 17 aprile 2011

L'ASSEMBLEA CONVERGE SULLE NOSTRE POSIZIONI

Il Consiglio Nazionale e l’Assemblea a Montecatini convergono unitariamente sulle posizioni da sempre sostenute da “quelli di Cassano” e ribadite recentemente nella proposta all’Assemblea.

In convergenza con altre importanti componenti del Movimento, si è trovato finalmente il coraggio di fare chiarezza sul progetto di una Confederazione rinnovata nel segno del decentramento delle responsabilità di rappresentanza e della fermezza nei princìpi. Tutto nel tentativo di sublimare la Confederazione Nazionale verso le nuove frontiere sia del confronto con le autorità centrali e comunitarie quanto del contributo indispensabile all’opinione pubblica italiana segnandola verso l’impegno nella costruzione della Civiltà dell’Amore fatta di capacità di accoglienza e di applicazione della sussidiarietà e di solidarietà.

Per la prima volta, finalmente, le Misericordie, stanche del prolungarsi estenuante dei lavori avviati sin dalla precedente legislatura, detta i tempi di questo impegno indicandone, come avevamo proposto da questo blog, il completamente prima del rinnovo degli organi come si può evincere dal testo della mozione approvata ad unanimità di seguito riportato.

Mozione

L’Assemblea Nazionale delle Misericordie, riunita a Montecatini il 16 Aprile 2011, udita la relazione del Presidente Roberto Trucchi nonché gli esiti dei lavori del Consiglio Nazionale riunitosi ieri;

ESPRIME soddisfazione per i passi importanti compiuti in questi mesi verso il processo di riunificazione del Movimento con la Misericordia Madre attraverso una revisione- da tempo auspicata . dallo statuto confederale;

APPROVA in tal senso la costituzione della Commissione incaricata dal Consiglio Nazionale – espressione di tutte le realtà territoriali – che, presieduta dal confratello avvocato Mauro Giovannelli, porti alla definizione di una proposta di nuovo statuto a partire dai principi contenuti nel documento redatto a fine 2010 dal precedente gruppo di lavoro per l’unità del Movimento guidato dallo stesso Giovannelli;

CONCORDA sulla necessità – ormai ineludibile ed approvata da tutti – che il nuovo statuto delle Misericordie esprima un decentramento completo e compiuto di soggetti pienamente autonomi a livello regionale e – laddove possibile e necessario – anche sub regionale., nel quadro di un sistema di garanzia e di controllo che rafforzi la centralità della Confederazione Nazionale quale soggetto di rappresentanza unitaria del Movimento;

INVITA la Commissione a valutare nel suo lavoro la necessità di mantenere ed anzi integrare e valorizzare le esperienze inter-associative tra Misericordie già da tempo esistenti ed operative a livello locale;

CONDIVIDE il percorso disegnato dal Consiglio Nazionale che vede la Commissione Statuto completare il proprio lavoro entro il 15 Giugno prossimo con la stesura di un testo da discutere poi in Consiglio Nazionale e presentare alle Misericordie entro il mese di Luglio, con la successiva convocazione dell’Assemblea Straordinaria per l’approvazione del nuovo Statuto entro settembre;

CONFERMA l’impegno per l’indizione dell’Assemblea elettiva della Confederazione entro i tempi definiti dal Consiglio Nazionale;

AUSPICA infine che questa prospettiva comune e soprattutto il senso di responsabilità e l’amore per il nostro Movimento consentano di superare le tensioni e le astiosità manifestatisi negli ultimi anni e di rilanciare il ruolo della Confederazione Nazionale e dei nuovi soggetti territoriali a fianco delle Misericordie nell’aiuto al prossimo ed alle nostre comunità.

Stiamo vivendo una svolta!

martedì 12 aprile 2011

UNA PROPOSTA PER MONTECATINI

L’appuntamento è a Montecatini per il 16 aprile. Le Misericordie si incontrano per l’assemblea ordinaria per approvare il bilancio ma soprattutto per cominciare la riflessione in vista dell’assemblea elettiva prevista per fine settembre a Roma.

Gli anni appena trascorsi passeranno alla storia come la “gestione Brunini” eletto quattro anni fa sulla base di un programma riassunto nel “Manifesto per l’unità”.

La nostra posizione rispetto a quella linea fu da subito di scetticismo e contrapposizione.

L’unità deve nascere da un dibattito tra le idee diverse e non dallo strozzare questo dibattito in ragione di riflessioni ed opportunismi elettorali come era alla base di quella compagine.

Risalendo nel blog troverete tutti i dettagli di questa interpretazione di quel momento.

Oggi non si deve ripetere quello che si riconosce universalmente essere stato un errore epocale che ha segnato quattro anni di inefficienza e di smarrimento proprio di quella unità nel cui nome si era partiti.

L’uscita di Misericordie storiche dalla famiglia confederale, tra cui la Misericordia di Firenze Duomo, basti per stigmatizzare questi anni.

Con senso di responsabilità siamo pronti a dare un contributo per risolvere il pantano in cui siamo stati cacciati tra rivendicazioni personalistiche e prese di posizione capricciose e provocatorie.

Ma per poter agire in tal senso bisogna accettare che c'è necessità, sin da subito, di puntare ad affrontare i nodi statutari che potranno consentire l’ammodernamento della struttura confederale pur tenendo fermo il timone sui princìpi del Movimento.

Avanti ma Fermi”, ossimoro del grande La Pira, fu il motto con cui ci contrapponemmo a quel Manifesto. Ed ora più che mai esso ci indica la linea da seguire nel dibattito confederale.

Avanti nell'azione di adeguamento ai tempi, alle novità di decentramento istituzionale in atto in Italia, ma Fermi nei momenti ispiratori, nel riferimento fondamentale della Chiesa Cattolica e nella vigilanza che questo riferimento ci impone.

L’appuntamento deve essere con la chiarezza: se non la facciamo prima della tornata elettorale la rinvieremo, inutilmente, di altri quattro anni! E questo non è sostenibile da parte di un movimento dilaniato da aspri confronti locali che stanno segnando solchi che, se li lasciassimo incancrenire, diventerebbero insormontabili.

Subito il confronto, dunque, e in base ai numeri che si raccolgono in questo ultimo appuntamento prima dell’assemblea elettorale si acceleri il processo di ricostruzione, con concretezza e con serenità rimettendoci sin d’ora alle volontà espresse dalle Misericordie stesse.

La proposta:

• si voti sul bilancio con l’approvazione di un documento che affronti i temi del decentramento e deleghi il consiglio nazionale ad esprimere entro giugno la proposta definitiva a partire dalla bozza di statuto approvata nell’assemblea di Firenze Rifredi e, costata, allora, diversi mesi di riflessione a diversi confratelli impegnati nella Commissione Zileri ;

• si riconosca almeno l’autonomia decisionale e di rappresentanza al livello regionale;

• si individuino le modalità di elezione e di contribuzione coerenti con le scelte fatte per i punti precedenti.

Aspettiamo contributi da chiunque legga queste poche righe per preparare nel migliore dei modi Montecatini 2011!

domenica 10 aprile 2011

Le sette opere di Misericordia corporale commentate da Erri De Luca in Cattedrale a Napoli

Sette opere di Misericordia
Si definisce non credente piuttosto che ateo perché «esclude la divinità per se stesso e non per gli altri» ma allo stesso tempo ammirato da taluni cristiani per la praticità con cui aiutano il prossimo, «come se non stessero facendo niente».

Lo scrittore Erri De Luca è in Cattedrale affollatissima, alle sue spalle una gigantesca installazione di sette metri (realizzata dall'imprenditore Giacomett) che riproduce "Le sette opere di misericordia corporale" di Caravaggio. È qui perché ha risposto all'invito del cardinale Sepe, l'unica autorità civile riconosciuta in città secondo lui, per celebrare il Giubileo dell'arte, il 31 marzo, ultimo appuntamento del mese di marzo, dedicato dalla diocesi alla cultura. E da ospite, dice, offre una rilettura dello splendido dipinto di Caravaggio, icona del Giubileo e di Napoli, e delle sette opere di misericordia in esso racchiuse (anche se, secondo la successiva esposizione di Nicola Spinosa al Pio Monte, in realtà le "misericordie" raffigurate nel quadro sono sei perché tanti erano gli aristocratici che l'avevano commissionato).

Il corpo è una stanza che noi abitiamo solo per un periodo, fa notare De Luca a proposito di "Seppellire i morti". «Quando moriamo dobbiamo restituire l'appartamento e a prendersene cura sono i vivi, nell'atto misericordioso della sepoltura».

Al "Visitare i carcerati", invece dedica un ricordo personale: «La mia generazione politica ha avuto il merito di portare i libri in carcere per i detenuti analfabeti - spiega - che rappresentavano l'unica possibilità per raccontare e smaltire il tempo della pena».

Così sulla nudità. «Vestire gli ignudi è un gesto premuroso. Nella storia recente i prigionieri ebrei venivano messi nelle camere a gas nudi perchè spogliare è togliere la dignità che l'abito restituisce».

Per interpretare il "Curare gli infermi", lo scrittore cita il Signore: «Il più grande infermiere è stato Cristo - fa notare De Luca - che riusciva a sanare gli storpi e restituire la vista ai ciechi. Ma non lo poteva fare con tutti, solo con i prossimi. Curare gli infermi è un grande gesto di vicinanza».

L'attualità fa da sfondo alle due "misericordie": "Dar dare bere agli assetati - «l'acqua è natura che non può essere arginata, controllata o privatizzata da nessuno» - e "Dar da mangiare agli affamati": «Il cibo non deve essere ridotto a merce e non serve per fare commercio, non deve avere valore di scambio».

Si affida infine ad una storia per commentare "Alloggiare i pellegrini". «Nel 1941 in una località della Lituania, ci fu una delle tante stragi di ebrei che venivano fucilati e poi fatti cadere in una fossa comune. Un ragazzo calcolò l'intervallo che intercorreva fra una raffica e l'altra. Si gettò nella fossa prima che lo fucilassero.

Dopo molte ore riuscì a liberarsi, fu l'unico sopravvissuto. Cominciò a chiedere aiuto ma tutti lo cacciavano. Ad una vecchia disse di essere il redentore e lei lo accolse. È bene, dunque, accogliere gli stranieri - conclude - perché possono essere migliori di noi».


Da • il blog sociale di pasquale Orlando