Adesso che la
frase intercettata dalla forze dell’ordine (“Si fanno più soldi con gli
immigrati che con la droga”) è diventata probabilmente la più odiosa tra quelle
pronunciate dai membri della cupola mafiosa capitolina, torna alla mente una
denuncia della Caritas di Roma affidata ad una nota appena dopo i fatti di Tor
Sapienza. La Caritas scriveva: “E’ il risultato di anni di abbandono, ma al tempo
stesso l’effetto di politiche sbagliate verso i rom e i rifugiati, senza sforzi
per l’integrazione e improntate soprattutto all’emergenza, frutto di
istituzioni che non collaborano, di cooperative senza scrupoli che poco hanno a
cuore la sorte delle persone che le sono affidate, di territori dimenticati
dalla istituzioni, in cui sono parimenti vittime italiani e immigrati”. (Alberto
Bobbio, Famiglia Cristiana, 5 dicembre 2014)
«Dietro l’impegno
sociale si nascondono anche affaristi», perché «dovunque c’è da fare affari le
organizzazioni criminali si lanciano». Lo dice Raffaele Cantone, magistrato e Presidente dell’Autorità anticorruzione, intervistato
il 5 dicembre da Radio anch’io. «So quanto è pericoloso quanto sto per dire»,
aggiunge, «ma è importante anche per tutelare chi lavora bene: nel mondo
dell’assistenza c’è il meglio dell’Italia, ma ci sono anche gli affaristi». «Il
mondo cooperativo talvolta è meramente fittizio», insiste. «Nell’interesse
degli onesti bisogna fare un’operazione di grande trasparenza»…. dice bene Cantone: i criminali si infilano ovunque c’è uno spazio per lucrare e fare
affari. (Luciano Scalettari @lusca19 ,
Famiglia Cristiana, 5 dicembre 2014)
La carità non fa bene solo all'anima. (Massimo
Gramellini @Gramellini 6/12/2014 Che tempo che fa - RAI 3)
Queste frasi
dello scandalo sono finite su tutti mezzi d’informazione negli stesse ore in
cui Papa Francesco, parlando ai volontari del Focsiv e alla Premiata come
volontaria dell’anno Maria Luisa Cortinovis (da 47 anni cooperante in Ecuador)
sottolineava che «i poveri non possono diventare un’occasione di guadagno».
Per un'economia in
parte malavitosa e in parte clientelare: dai trafficanti alle coop. L'Ue ci
addita il virtuoso esempio di Germania e Svezia, primi paesi per numero di
domande di asilo. Ma, a parte il fatto che l'Italia nel 2014 ha avuto il
maggior aumento delle domande di asilo (+144%, mentre la media europea si ferma
al di sotto del +20%), in Germania e Svezia i profughi non arrivano su barche
scassate, stremati e bisognosi di aiuto pubblico, restando il tempo necessario
a rimettersi in sesto, arrivano per sistemarsi e diventare produttivi al
servizio di economie cui la manodopera fa comodo. Eppure questa marea umana
mette in modo un sacco di soldi anche da noi. Siamo un punto di passaggio
obbligato.
Eccoli, i numeri
del fenomeno. Dal primo gennaio a metà ottobre 2014 abbiamo fatto fronte a 918
sbarchi di 146.922 migranti, l'11% donne e il 21,2% minori. Per il Censis è
un'emergenza «senza precedenti». Nel 2011, pur con le primavere arabe, gli
arrivi erano stati 63mila, 13mila nel 2012 e 43mila in tutto il 2013. E le
rotte provano che c'è dietro un traffico organizzato: il grosso dei profughi
parte da Paesi lontani tra loro, Eritrea e Siria, ma passano sempre per il
Sudan e l'Italia. Viaggi rischiosissimi, pagati fino a 5.000 euro a testa, che
possono fruttare anche 1,3 milioni di euro a tratta. Prima attraverso il
deserto su pick up stracolmi e poi via mare, su barche malridotte. Gli eritrei
pagano meno e viaggiano nella stiva, con poca aria, cibo, acqua, e il maggior
rischio di lasciarci la pelle in caso di difficoltà di navigazione. Che non
sono un'optional ma, da quando c'era Mare Nostrum, una costante prevista dai
trafficanti. Non appena ci si allontana dalle coste e il mare si fa grosso, gli
scafisti hanno istruzione di telefonare alle autorità italiane per farsi venire
a prendere.
C'è
anche chi finisce male ancora prima di partire. Alcuni vengono venduti dai trafficanti
a bande di beduini che li tengono prigionieri sottoterra nel Sinai. Potranno
proseguire il viaggio solo se le famiglie mettono insieme i riscatti, fino a
30.000 dollari. Altrimenti verranno loro espiantati i reni, per venderli. Da il Giornale.it del 4/1/2015.
Oggi festa dell’Epifania, festa in cui Iddio incarnato si rivela a tutti
noi, anche a noi delle Misericordie, guardiamoci
intorno, guardiamoci dentro e ricordiamoci il monito di quel Papa che abbiamo
voluto incontrare appena qualche mese fa: «i poveri non possono diventare un’occasione di
guadagno».
Auguri
di buon anno. Peppe De Stefano
2 commenti:
caro Presidente, ma perchè sono quasi sempre in linea col tuo pensiero??????
AUGURONI...............
ti dovresti preoccupare per quel "quasi" !!!
auguri a tutti voi.
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