lunedì 11 agosto 2014

Lutto a Rifredi.

Ci ha lasciato Giulio Cecioni

Firenze, 11 agosto 2014
Giulio ci ha lasciato questa mattina alle ore 6.00 per raggiungere la Casa del Padre. La figura di Giulio Cecioni è stata, e rimarrà per tutti i Confratelli, un punto di riferimento all’interno della Misericordia di Rifredi, un’istituzione morale ed un esempio di grande carità cristiana. La sua vita si è intrecciata fin dall’infanzia con la storia di questo quartiere che lo ha visto crescere accanto alla figura di Don Giulio Facibeni, di cui è stato allievo all’interno dell’Opera della Madonnina del Grappa. Giulio entra a far parte delle Confraternita nel gennaio del 1953 collaborando come segretario di Antonio Dosio, storico Governatore della Misericordia, ed impegnandosi sia come autista che nel delicato servizio delle mutature; nel 1975 diventa Governatore della Confraternita, ruolo che ricoprirà fino al 1989.
La Confraternita di Misericordia di Rifredi per voce del Magistrato e di tutti i Confratelli si stringe con cordoglio alla famiglia e a tutte le persone che lo hanno conosciuto e che ne sentiranno la mancanza.

Da questo pomeriggio sarà allestita la camera ardente nella Cappellina della Misericordia.
Le esequie si svolgeranno nel pomeriggio di domani, martedì 12 agosto 2014, alle ore 16.30 nella Pieve di Santo Stefano in Pane.
 


Sin qui il comunicato comparso sulla pagina ufficiale della Misericordia di Rifredi. Io, appena raggiunto dalla triste notizia, non posso esimermi dal riportare alcune mie personali riflessioni.
Immeritatamente raccolsi la sua eredità in Confederazione quale responsabile del Servizio Civile e dell'Obiezione di Coscienza. Ebbi con lui un lungo periodo di accompagnamento durante il quale potei continuamente avere prova della profonda umanità di cui era intriso. 
Trattengo per me come gelosi ricordi gli aneddoti e gli insegnamenti di Fratello Maggiore dello spirito di Misericordia che ricevetti e che non sono mai riuscito a ricambiare nemmeno con una ultima visita che ho sempre promesso e mai fatto seguire.
Di una cosa voglio però mettere a parte voi tutti che mi leggete, le consorelle ed i confratelli di Rifredi, i suoi cari e la cara moglie: per anni mantenni quell'incarico frequentando gli ambienti che prima di me avevano conosciuto Giulio. In quegli anni, ovunque in Italia, immutato, ritrovai sempre la simpatia che aveva seminato come scia di un profumo indelebile. Chi lo aveva conosciuto, sistematicamente, prima mi chiedeva di lui e poi cominciava a discutere dei problemi: e quante volte le nostre discussioni finivano con una domanda: Giulio che avrebbe fatto? cosa ne direbbe?
Gli abbiamo sempre riconosciuto, così, una profonda autorità morale costruita con autorevolezza quotidiana.
Ciao Giulio. Addio.

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