lunedì 7 febbraio 2011

… E i territori aspettano …

Avevamo annunciato (ormai mesi fa) la decisione del consiglio nazionale su proposta del presidente Brunini di venire nei “territori” per verificare il reale gradimento da parte delle Misericordie del consiglio di presidenza appena rinnovato.

Abbiamo atteso con speranza e con tanta illusione che ci si potesse incontrare. Siamo rimasti puntualmente delusi.

Non che siano mancati gli appuntamenti con Brunini nelle altre regioni italiane oltre la Toscana, ma mai si sono trovate due ore libere per convocare le Misericordie delle varie zone e proporre una verifica che potesse almeno pallidamente dare esecuzione a quanto su loro proposta aveva deciso il consiglio nazionale.

Ma cosa sono i “territori” delle Misericordie se non un fenomeno di vassallaggio? La Confederazione arriva nei “territori” nomina qualche “barone” sul campo. Anche se il movimento non li condivide e tampona così il bisogno di rappresentanza che quelle Misericordie dovrebbero poter esercitare.

La nostra Confederazione strapiomba nel feudalesimo del volontariato che non aveva mai conosciuto.

Non abbiamo mai gridato alla scissione, abbiamo sopportato che oneste Misericordie venissero allontanate, senza motivo, reagendo sempre con correttezza formale.

Abbiamo plaudito alle giuste decisioni probivirali cercando di trovare soluzioni praticabili per ricomporre veri e propri strappi statutari.

Con senso di responsabilità abbiamo cercato di essere ”proposta costruttiva” indirizzando e consigliando una presidenza sorda e miope.

L’ennesimo atto di responsabilità lo abbiamo compiuto nell’estate scorsa condividendo un programma di fine mandato che non era nemmeno un libro dei sogni ma semplicemente il riassunto di un paio di passi minimi per riprendere le sembianze di normalità a fronte dell’azzeramento degli incarichi ed il rilancio delle attività di routine della confederazione, ma il clan dei “baroncini nominati” ha potuto vanificare tutto pur di conservare posizioni di pseudo potere privi di contenuti formali ed informali come pavoni impegnati in danze roccocò da corte decadente.

Come già annunciato a Cassano, superate tutte le misure, è tempo che i governatori di buona volontà, unici rappresentanti responsabili delle Misericordie di appartenenza (come riconosce anche il citato documento), decidano di rilanciare su basi moderne e rinnovate il sentimento che i padri ritennero giusto ed opportuno fondare nel 1899 a Pistoia.

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