Con
una lunga e pesante missiva inviata al prefetto di Crotone Dottoressa Cosima di
Stani riportata dagli organi di stampa (v. IL CROTONESE nel riquadro), gli ex
lavoratori della Misericordia di Isola Capo Rizzuto denunciano l'ingiustificato
trattamento riservatogli dagli amministratori giudiziari col mancato rinnovo
del contratto di lavoro a discapito di lavoratori di altre province. Ma le
affermazioni più pesanti sono riservate alla Confederazione delle Misericordie
di Italia allorquando invitano il procuratore a vagliare con attenzione la
proposta tecnica avanzata dalla stessa Misericordia per il nuovo bando di
gestione del CARA.
Testualmente
nella lunga missiva i lavoratori sostengono di essere “gli stessi lavoratori
che hanno subito la decurtazione del 25% degli stipendi arretrati,
costretti ad un accordo con la Confederazione Nazionale delle Misericordie che
pur di conservare il posto di lavoro, che per anni hanno subito innumerevoli
rinnovi senza mai ottenere quello che ci spettava di diritto: il contratto a
tempo indeterminato.” I dipendenti continuano ritenendo di essere “ le vere
vittime di un’indagine che, per quanto giusta e doverosa, ha mietuto
disoccupati innocenti che già da tempo dovevano essere tutelati.”
Essi
ribadiscono con disorientante freddezza che sono toccate loro “gravi e ripetute
violazioni in diritto del lavoro, che faranno valere nelle sedi giurisdizionali
più opportune.”
Chiedono, inoltre, “di vagliare con accuratezza
la proposta tecnica avanzata dal “Consorzio Opera Misericordia” per
la presentazione alla gara europea aperta per la fornitura di servizi e beni
relativi al funzionamento del Centro d’accoglienza per richiedenti asilo
CARA-Regional Hub di Crotone. A loro parere si potrà notare, infatti, che molti
dei loro curriculum e competenze sono stati usati per ottenere un punteggio
superiore, considerati gli anni di
servizio, alla domanda presentata, per poi decidere soltanto qualche settimana
dopo di non rinnovare i suddetti professionisti.”
Sin qui la
cronaca di recriminazioni più che giustificate di lavoratori traditi nei loro
diritti.
Ora poche
parole ma significative per parlare di donne e uomini, lavoratrici e lavoratori
che pensavano di aver avuto il privilegio di lavorare per un datore di lavoro
non qualunque. Pensavano di essere capitati bene perché lavoravano per un
datore di lavoro che si faceva forte dei principi della Chiesa Cattolica e
della Sua Dottrina Sociale e che, invece, si scopre essere un soggetto da competizione in un mercato
tutto nuovo e senza scrupoli.
Era questo
che si proponeva la Confederazione Nazionale quando ha promosso, seguendo la
traccia di Leonardo Sacco, questo
impegno verso l’immigrazione? È questo il modello di integrazione che si
appoggia e si sviluppa? Siamo forse i difensori della Dignità delle persone
trattando in questo modo i lavoratori che collaborano con noi?
Che Confederazione
resti silente e non senta, in questi mesi, di dare giustificazioni alla
comunità del Movimento è cosa quasi prevedibile visto lo stile che impera nelle
alte sfere dai consiglieri nazionali in su.
Ma non può
rimanere silente la COSCIENZA di migliaia di volontari che hanno fatto della
dedizione verso il Prossimo una scelta di vita.
Vi prego,
facciamo sentire almeno la nostra solidarietà ai lavoratori di Isola di Capo
Rizzuto!
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