Dove stiamo
andando?
Domanda chiave
nei momenti di smarrimento.
Se la pone l’Italia
intera oggi che lo sconforto della crisi ci attanaglia soprattutto perché non
si intravvedono strade di uscita segnate con decisione da una classe politica
ondivaga e litigiosa.
Ma almeno si
litiga direbbero quelli abituati a vedere in questo atteggiamento comunque la
ricerca accanita di una soluzione, la voglia di combattere ancora dimostrando
di avere idee.
Guai se non
si litigasse nemmeno, guai se dovessimo prendere atto dell’encefalogramma
piatto: sarebbe la morte che lascia pochi spazi alla speranza.
E nelle
Misericordie?
Domanda tipica
che raccolgo nei diversi ambienti che frequento, di volontariato e di terzo
settore e che presuppone una antica perplessità per uno stato leggermente
comatoso in cui tutti gli altri ci vedono versare da qualche anno. Una domanda
che si è intensificata dopo gli attacchi subiti dalla carta stampata e dalle
reti televisive.
Certo nelle
risposte mi appiglio a mille segnali anche inventati e ripeto che c’è dibattito
in Toscana sulla riforma della regolamentazione del 118, che gli organi stanno
lavorando con profonda unità di intenti, che qui e là si sta commissariando per
cacciare via le mele marce …. Che addirittura si stanno facendo vere e proprie
epurazioni. Che si organizzano meeting dove si gioca alle misericordiadi.
Poi devo fermarmi
ai sorrisetti furbi degli interlocutori. Inconsciamente devo ammettere che i veri
problemi languono. Che i commisariamenti si intrattengono su Palagiano e su
Calitri ma non hanno mai toccato i veri nodi del movimento. Che la democrazia
interna è un miraggio. Che in Toscana si impone un regime. Che in giro per l’Italia,
a copertura di altri scandali, si assumono 119 persone per 11 postazioni.
Chi prenderà
le rivendicazioni di questi 119 lavoratori per lo più estranei al nostro
movimento domani che non copriremo noi i
servizi?
Perché c’è
bisogno di una organizzazione di volontariato per un passaggio di questo genere
di cantieri che noi stessi avevamo criticato altrove (vedi Sicilia).
Perché si
assumono altri funzionari confederali sostenendo che “a fronte di difficoltà notevoli evidenziate dalle Misericordie locali,
difficoltà che rischiavano di esporre pesantemente la Confederazione”, il
Consiglio di Presidenza non ha potuto che assumere la responsabilità della gestione
a distanza del servizio a Benevento?
Ma quali difficoltà
hanno le Misericordie della provincia di Benevento a gestire loro quel
servizio?
I Saggi che abbiamo
inventato con l’ultimo Statuto cosa guardano? I Probiviri decidono con mesi di
ritardo e le loro decisioni sono vanificate dal Consiglio Nazionale il giorno
dopo.
Dove stiamo
andando?
Risponde un
bip da encefalogramma schizzofrenico!