Caro Gabriele,
questo blog ha taciuto su Report e rompe il doveroso
silenzio, dovuto all’emergenza Sardegna in atto, per suscitare dibattito intorno
alle tue recenti proposte di codice etico.
Ci fa piacere essere al centro di attenzioni mediatiche.
È, comunque, considerazione per il più antico Movimento di volontariato
strutturato che oggi l’Italia ed il mondo conoscano ed a cui, giustamente,
nulla si perdona .
Certo la parte più interessante del servizio di Report
era nell’introduzione di Livia Turco e del Prof. Zamagni quando invocano l’Autorità
che regolamenti e vigili sull’intero fenomeno del volontariato cresciuto, non a
caso, nell’ultimo trentennio.
Penso che quella parte del programma, più di quanto seguiva su Pisa e Viareggio,
dovrebbe farci riflettere e forse giungere alle tue conclusioni.
Meglio
autoregolamentarsi che farsi regolamentare da un potere politico che ci ha
condotto dove siamo (e mi riferisco soprattutto al degrado morale!).
Questo
posso intuire sia stato il percorso che ha lavorato sulla tua mente e, partendo
dalla conoscenza della tua storia personale, non potevi che giungere alla
conclusione di sollecitare il colpo di reni, l’invenzione prima degli altri del
codice etico come si confarebbe, ne convengo, ad un Movimento della nostra
portata.
Il presidente Trucchi, da difensore strenuo di un
sistema che lo ha generato, per quello che mi è dato sapere, ti risponde che siamo
una struttura di uomini, quindi è probabile sbagliare ed è inutile aggiungere
regole: ne abbiamo già abbastanza che non riusciamo ad applicare.
Qualcosa di condivisibile c’è anche nelle sue
riflessioni anche se ci amareggiano l’arrendevolezza rispetto alle possibili
sbavature, la clemenza applicata ad alcuni casi e le prove tecniche di durezza
sempre esercitate nei confronti dei piccoli se non proprio degli innocenti!
Cosa c’è di condivisibile in Trucchi? Domanda
legittima. Quasi nulla. Ma che di regole ce ne siano a suffuicienza, è vero!
Chi avrebbe dovuto applicarle? Egli stesso da quando
tu lasciasti per le avventure politiche in provincia di Lucca!
Per il resto il ragionamento del Presidente è da far
cadere le braccia. Non c’è bisogno di un docente in escatologia del diritto per
sapere che gli uomini possono sbagliare, rubare, addirittura ammazzare ma non
per questo evitare le regole e le leggi ed essere comunque deprecabili per
queste azioni.
Oltretutto mi sembra una implicita (forse non tanto implicita)
ammissione di colpa l’appellarsi alla fallibilità della natura umana!
Ma cominciamo a ragionare noi due allora caro
presidente emerito.
I casi di Pisa e di Viareggio sono quelli di maggiori
visibilità e che più si predisponevano per l’intervento giornalistico, a tratti
anche esasperato nei toni e nell'interpretazione dei fatti, ma sono la punta di
un iceberg che noi conosciamo e che non è solo del nostro movimento.
Ricordi le antiche discussioni sui casi che ci videro rivali?
Ricordiamo i moniti di don Roberto Tempestini e la sua sfilza di si e di no in
una nostra famosa assemblea? Bene. Non sarò io a riportarli in pubblico
dibattito ma mi devi concedere che non mancarono le regole ma la volontà.
Abbiamo approvato un nuovo Statuto che prevede a tal
proposito anche il consiglio dei Saggi, una sorta di Autorità fatta in casa, ma
ne sai ad oggi l’utilità e l’impiego?
Ed i tanti collegi Probivirali allineati con la dittatura della maggioranza e le
disavventure di quelli non allineati?
Manca la volontà di imporre un’etica segnata già nel
nome e nei principi ispiratori. O meglio, prevalgono altri interessi
individuali e di parte. Prevalgono costantemente in una logica di potere di
basso bordo e di bassa cultura.
In un’altra pagina di questo blog troverai scritto che
si doveva rifondare il Movimento. Allora sembrò strana ed esagerata la mia
affermazione oggi suona meno scandalosa e più urgente.
Caro Gabriele, tu sei stato testimone più di me di
molte stagioni delle Misericordie d’Italia ed hai dimostrato sensibilità
venendo allo scoperto con una proposta, e, dunque, mi sento di invitarti ad organizzare
una riunione riservata a governatrici e governatori “liberi e forti” che
vogliono, paritariamente, senza consoli e proconsoli, analizzare e costruire
non un codice etico di comportamento ma le basi di un comportamento etico per
il futuro?!?
Se ci stai batti un colpo come sempre.
Altrimenti per dirla con Eliot “noi che
non fummo sconfitti solo perché continuammo a tentare”, riprenderemo da soli
con la convinzione di sempre.