domenica 29 luglio 2018

Dalla Toscana alla Sicilia: le leggi per il Volontariato sono antiche e la riforma inasprisce lo stato delle cose lasciando i problemi sul tavolo e introducendo novità che peggiorano la situazione!!!


Su questo link -  http://www.linealibera.info/volontariato-quali-criteri-per-i-rimborsi-del-118/ - il giornale online toscano LINEA LIBERA, pone una serie di quesiti al Governatore della Toscana sul rimborso con cui si remunerano i servizi del 118 in quella Regione.
L’articolista dopo una serie di puntualizzazioni arriva a chiedere all’illustra presidente di precisare:
  • In base a quale criterio economico viene erogato questo contributo alle federazione regionale di rappresentanza, 
  • Come funzioni il meccanismo di rendicontazione e come sia possibile accedervi.
  • Se le Associazioni di volontariato indistintamente, aventi natura giuridica di soggetti “privati”, siano – in quanto destinatari di rimborsi economici pubblici – tenute al rispetto della disciplina di cui alla legge 33/2013 – Dl 14.3.2013 (Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni).
Si pongono, insomma, questioni di ordine generali del sistema 118 nazionale ad uno dei sistemi regionali più efficienti e antesignano dell’affidamento alle forze del Volontariato di questi servizi.
La ratio è stata sempre che su certi servizi alla persona bisogna tenere fuori il mercato e la speculazione del profitto dalle esigenze delle fasce in difficoltà. Purtroppo l’organizzazione di un sistema sempre più professionalizzato ha inopinatamente fatto venire meno la spinta ideale del volontariato gratuito.
Del resto anche lo stesso tentativo di riforma avviato dal governo Renzi e non ancora ultimato non ha agito in questo senso o, semmai abbia detto qualcosa, ha spinto verso la novella dell’impresa sociale aprendo ai capitali privati.
La stessa questione delle organizzazioni di secondo livello (alcove di interessi innegabili che negli ultimi anni hanno abbondantemente fatto parlare di loro e che sono gestite da oligarchie funzionariali che niente hanno di volontariato e di dedizione gratuita verso i sofferenti) diventano sempre più centro di potere e di direzione anche di servizi di periferia, scollegando inevitabilmente i fenomeni dai territori se non che per sfruttarli. La volontà politica almeno dei governi precedenti ha spinto insomma verso questi luoghi vincolando le singole associazioni ad aderire alle organizzazioni di secondo livello.
Ma il marcio eclatante che è venuto fuori da mafia capitale in poi, faceva forse capo ad associazioni sciolte da simili legami e per questo svincolati dai controlli del secondo livello? Non mi sembra.
E quanto costa questa intermediazione sterile? L’articolista toscano riferisce a tal proposito che “Sulla base dell’importo riportato sulla nota/ruolino presentata, al momento del calcolo dell’importo di ogni singolo servizio viene calcolato – in aggiunta – un contributo fino a un massimo del 6% (ma di fatto risulta consolidato al 6% fisso)  che viene erogato direttamente alla  Federazione regionale di rappresentanza.”
Ma qual è la natura di questo costo aggiunto al servizio erogato dalla associazione locale?
Una Royalty sul brand, una tassa sul marchio??!! Un lascia passare sulla moralità e sull’etica della gestione che ha tenuto sinora nascosti ed ha poi partorito scandali che hanno fatto rabbrividire i benpensanti!
Se la legge dovesse tutelare questo passaggio attraverso le organizzazioni di secondo livello, dovrebbe anche garantire la democrazia interna e condannare fenomeni abbondantemente presenti in esse? Proporrei queste questioni al ministro Di Maio ed al senatore Ugo Grassi che su Vita (http://www.vita.it/it/article/2018/07/25/grassi-m5s-il-codice-del-terzo-settore-va-riscritto/148695/) diceva «Il Codice del Terzo Settore? Va riscritto» e più avanti sostiene “Il mio personale auspicio è che sarebbe opportuno poter correggere e riscrivere il Codice per renderlo più comprensibile anche ai non addetti ai lavori. È troppo complicato ed estremamente disordinato. Questo anche per tutelare le piccole associazioni che con un testo come questo sarebbero vittime di una totale confusione.”
Del resto in tal senso andavano anche le proposte del volontariato siciliano quando una rappresentanza delle maggiori associazioni dell’isola fu accolta in Senato. Vedi il link:
«Insieme rappresentiamo oltre cinquecento organizzazioni di volontariato e circa 20mila volontari», disse allora introducendo l’incontro il presidente del Vol.Si., Santo Carnazzo, manifestando ai senatori la propria preoccupazione in merito ai contenuti dei decreti attuativi della legge 106 del 2016.

Tra i vari punti criticati, la previsione per i volontari di «un rimborso forfettario di 150 euro con autocertificazione che, in particolare nel Sud, si trasformerebbe in lavoro nero»; l’attribuzione a un socio di più voti a dispetto del principio “una testa un voto”; la «limitazione delle convenzioni con enti pubblici solo alle spese effettivamente sostenute e documentate che, in Sicilia e in altre regioni meridionali, metterebbe a rischio servizi essenziali che la Pubblica Amministrazione non riesce a garantire». E ancora: i requisiti per la costituzione di reti e l’attribuzione a queste di servizi come il trasporto sanitario e di emergenza-urgenza, il riferimento ad un’unica “associazione degli enti del Terzo Settore” che contrasta con la libertà associativa e non tiene conto delle criticità segnalate, l’incerto destino dei Centri di Servizio esistenti.
La delegazione siciliana evidenziò poi l’assenza di riferimenti al rispetto della legalità, su cui i coordinamenti invece chiedono maggiore attenzione. «Riteniamo – concluse Carnazzo – che molti aspetti dei decreti indebolirebbero ulteriormente il volontariato meridionale, già in grave difficoltà, accentuando lo squilibrio rispetto a quello del Nord, più ricco anche grazie alla diffusa presenza di fondazioni di origine bancaria e di imprese sociali».

giovedì 14 giugno 2018

IL VOLONTARIATO DIMENTICATO

Da una stima prudenziale derivata dai dati Istat 2014 più di 600.000 volontari prestano la loro opera in servizi sanitari ed, in particolare, nei servizi di emergenza territoriale.
Essi sono testimoni di uno slancio di generosità senza eguali per la tenuta dei servizi indispensabili e la tenuta del welfare in tutto il territorio nazionale.
Purtroppo recentemente si moltiplicano i casi che fanno sorgere dubbi sulla reale gratuità di tali volontari.
A partire dalla inchiesta de LE IENE del 2016 che denunziavano i fenomeni di lavoro nero nel Lazio alle più recenti notizie affiorate sulle cronache, si è levato sempre più insistente il dubbio che questo settore nasconda un bubbone di sfruttamento non ulteriormente sopportabile.
L’“attività di volontariato”: per la legge quadro L. 266/91 è quella attività prestata “in modo personale, spontaneo e gratuito” e al comma 2, si legge che l’attività del volontario “non può essere retribuita in alcun modo nemmeno dal beneficiario”. Si apre però alla possibilità di un rimborso delle spese “effettivamente sostenute per l’attività prestata”, entro limiti stabiliti dalle associazioni stesse.
Equivocare il rimborso delle spese con una retribuzione è facile se arriva a livelli che nei contesti impoveriti della nostra nazione possono essere paragonati ad un quasi - salario. Rischiare di mettere in discussione il principio di gratuità significa mettere in discussione la natura stessa delle organizzazioni che erogano tali servizi. In tali paventate condizioni esse saranno costrette a perseguire indirettamente fini di lucro e, nelle eventuali difficoltà, essere costrette ad occupare lavoratori in nero.
Il problema è sempre più attenzionato dalle grandi organizzazioni di secondo livello e, nella ultima Assemblea di Roma al Divino Amore, anche il Presidente Nazionale ha richiamato l’intero movimento delle Misericordie al riguardo.
Non si possono non ricordare gli sforzi fatti nel passato di dare ordine alla materia con la sottoscrizione di un CCNL che regolasse i rapporti con i dipendenti. Ai sensi dell’articolo 3, comma 4, della legge-quadro infatti cogliemmo l’opportunità che “le organizzazioni di volontariato possono assumere lavoratori dipendenti o avvalersi di prestazioni di lavoro autonomo esclusivamente nei limiti necessari al loro regolare funzionamento per avviare un contratto che tenesse conto delle professionalità richieste dai nostri servizi e ne razionalizzasse la presenza nelle Misericordie.
I vari casi venuti alla luce anche in casa nostra sono anche segno di una degenerazione mercantile insopportabile per la legge ma ancor più stridenti con i principi evangelici a cui ci ispiriamo.
I richiami sono tardivi e restano parole di intenti orfani di fatti concreti. Del resto il predicatore può infliggere penitenze solo se è immune da peccati.
I fenomeni di cui stiamo parlando purtroppo hanno una valenza che va ben oltre la nostra sigla ed investono il discorso del risanamento complessivo del fattore lavoro in questa Italia della crisi.
Purtroppo anche la riforma sopravveniente della L. 106/2016 non ci aiuta come avemmo già a ribadire nel settembre 2017 su questo blog stesso.
L’abolizione dei buoni lavoro (i cosiddetti voucher) e che erano utilizzati per la remunerazione di turni extra ha trovato un surrogato inutile e dannoso nella prescrizione dell’articolo 17 con la previsione dei rimborsi forfettari!
Per risanare da questa deriva, occorre ora uno sforzo congiunto ed onesto delle organizzazioni di volontariato, delle aziende regionali di emergenza ed urgenza e della polizia tributaria.
Anche lo Stato deve affrancarsi da un colpevole silenzio. Gli opportunismi di bilancio non devono imporre condizioni capestri alle organizzazioni e queste, a loro volta, non devono cimentarsi a tutti i costi in avventure insostenibili.


Link utili

Emergenza 118, scatta la protesta dei soccorritori – OTTOPAGINE, Benevento. 10/06/2018

Full time ma pagati con rimborsi, scatta esposto. – LUCCAinDIRETTA , 23/05/2018

Misericordie - A Caivano non c'è nessuna Misericordia – VITA, 15 maggio 2018

Misericordie - Benevento, il Tar sospende gara per affidamento del servizio emergenza – VITA,  07 maggio 2018

Alice Martina Garavaglia - Quando il volontariato diventa lavoro nero – Antro di Chirone – 26/03/2017

Giuseppe De Stefano - Professione Volontario: RIFLESSIONI SULLA RIFORMA N.2 - Art. 17 – Confraternite di Misericordia. 01/09/2017

Emergency Live. Ambulanze a Roma, falso volontariato pagato in nero. Quanto è credibile il servizio delle Iene di Italia 1?. 11 aprile 2016: 

Il Quotidiano Italiano – Bari. Caos 118: lavoratori a nero con la divisa da volontari. Iene, fatevi un giro in Puglia. Di Antonio Loconte, 11 aprile 2016: 

Il Fatto quotidiano. Ambulanze, lavoratori del 118 contro volontari: “Poco formati e fanno turni fino a 60 ore”. A Ferrara parte indagine. Di Luisiana Gaita, 17 settembre 2016: 

Soccorritori Italiani 118. Volontari 118 a stipendio fisso grazie ai finti rimborsi. 18 ottobre 2016: 

ISTAT. Attività gratuite a beneficio di altri, anno 2013. Report sul volontariato in Italia, 23 luglio 2014:  http://www.istat.it/it/files/2014/07/Statistica_report_attivita_gratuite.pdf?title=Attivit%C3%A0+gratuite+a+beneficio+di+altri+-+23%2Flug%2F2014+-+Testo+integrale.pdf

lunedì 4 giugno 2018

Francesco De Robertis è tornato alla Casa del Padre.

Francesco ci ha lasciato ieri dopo una vita dedicata al Servizio inteso nel senso più nobile della parola. Il suo impegno in politica mai dimenticato per la Arezzo che gli aveva dato i natali e lo aveva visto militare nella Democrazia Cristiana di Fanfaniana memoria, aveva segnato in lui un carattere di forte concretezza.
Da sempre uomo e confratello di Misericordia, lo incrociai nel Consiglio Nazionale di inizio Millennio ancora Governatore della Venerabile Confraternita della Misericordia di Arezzo.
La sua esile figura ed il silenzio, rotto solo se estremamente necessario, ne creavano una immagine bugiarda ad una analisi superficiale. Erano invece i tratti salienti di una personalità forte, costruita su saldi principi che lo guidarono sempre anche nel ruolo di Amministratore confederale.
Gli toccò di gestire momenti felici e tristi vicende. Lo fece sempre ricercando le soluzioni che potessero tener conto delle sue stelle polari di Fede e di Carità.
Mancherà. Certamente ne avvertiremo il vuoto. Ma ci lascia la sua lezione di vita, il suo stile compassato che, anche in momenti di sfrenata allegria, limitava il suo sorriso, l'eleganza che trasmetteva nei modi e nel pensiero.
Se riteneva di dirti di si, non si sottraeva a tratteggiare i pericoli di quella scelta. Se, d'altro canto, optava per un no, ne spiegava sempre il motivo rendendo evidente il processo razionale che aveva preceduto il diniego. Ti disarmava insomma.
La terra ti sia lieve, caro fratello maggiore.

lunedì 8 gennaio 2018

La Democrazia del Movimento è a rischio. – 1. Avellino

La legge dice che nel Volontariato una organizzazione per essere riconosciuta deve essere DEMOCRATICA! Per gli increduli si veda il comma 7 dell’art. 41 del D. Lgs 117/2017.
Questo discorso, molto delicato, fu già affrontato a proposito dell’ormai famoso caso del coordinamento di Napoli – Caserta.

Ma il nostro summit confederale sembra non capire e continua in atteggiamenti poco consoni al sodalizio che gli è affidato.

IL CASO DI AVELLINO
Abbiamo atteso un mese sperando in smentite, passi indietro o correzioni ad uno scandaloso verbale di una riunione tenutasi in provincia di Avellino in presenza del caro presidente confederale e dei fidi scudieri.
Niente!
Il mese scadeva esattamente nel giorno in cui ricorreva la Nascita di Nostro Signore ed abbiamo ulteriormente atteso che passassero le feste. Passata l’Epifania, non possiamo sottrarci al nostro dovere di cronaca e pubblichiamo questo articolo in più puntate.

I FATTI
Il coordinamento di Avellino, contrariamente a Napoli – Caserta, dopo un periodo di lunga latitanza viene chiamato ad eleggere il coordinatore provinciale, in una rocambolesca riunione. Alla fine viene eletto un coordinatore che dopo qualche giorno riceve una mozione di sfiducia della stragrande maggioranza delle Misericordie del Coordinamento.
Tutti i benpensanti avrebbero atteso, almeno per un antico senso di dignitosa opportunità, che il confratello eletto rimettesse il mandato. Questo non è successo.
Il 25 novembre arriva ad Avellino, il Presidente Confederale della cui saggezza e rettitudine di comportamento nessuno dubita, vista soprattutto la sua cultura e la forma mentale per cui ha sempre richiamato alla osservanza delle regole.
A questo punto mi fermo e lascio la cronaca al verbale di quella riunione.

Il giorno 25 del mese di novembre in Nusco (AV), nella sala consiliare del Comune, si è riunito il Coordinamento Provinciale di Avellino, previa convocazione, dal coordinatore Argenio Mauro. Sono presenti:
Il Presidente Confederazione Nazionale Roberto Trucchi;
Il Presidente Confederazione Regionale Angelo Iacoviello;
Il Consigliere Nazionale Luca De Angelis, in duplice veste, anche quale governatore della Misericordia del Partenio;
 (omissis, segue elenco delle Misericordie presenti)
Prende la parola il Presidente della Confederazione Nazionale, il quale dopo i consueti saluti, affronta la spinosa questione delle votazioni per l’elezione del Coordinatore Provinciale. Infatti fa presente a tutti che le elezioni sono state regolari, visto anche la presenza di due Consiglieri Nazionali, quali De Angelis Luca e Romanelli Lisa, e che il Coordinatore Provinciale a tutti gli effetti è e sarà,per i prossimi quattro anni, il confratello Argenio Mauro. Amareggiato per la poca affluenza al coordinamento, afferma che bisogna essere uniti, in quanto solo così si possono raggiungere grandi e numerosi traguardi.
(omissis, si affronta il problema del 118 e dei rapporti con l’ASL di Avellino)
COORDINAMENTO PROVINCIALE DI AVELLINO: Il Presidente, chiede, a tutte le Misericordie, un maggior rispetto delle regole, le quali devono essere uguali per tutte. Coloro che voglio far parte della rete del 118, devono rispettarsi e rispettare, quindi avere gli stessi diritti e doveri.
(omissis)
Prima di lasciare la sala consiliare, il Governatore della Misericordia di Volturara Irpina, assente al coordinamento, consegna nelle mani del Presidente una lettera. Finito il convegno, alle ore12.30, si riprende il coordinamento Provinciale. Il Presidente, ci tiene a precisare che ha ricevuto una lettera a firma di Governatori di Misericordie della Provincia che non riconoscono il coordinatore Mauro Argenio, il quale è stato votato in modo illegale ed illegittimo. Quindi a tal proposito, con fermezza ed autorevolezza, afferma che il Coordinatore Provinciale è e sarà per i prossimi quattro anni Argenio Mauro, riconosciuto da Confederazione. Afferma, inoltre, che l’assenza è stata una mancanza di rispetto nei confronti di quest’ultima. Chi non si riconosce in tale coordinatore, può andare a svolgere la propria attività altrove.
Ribadisce nuovamente che le elezioni si sono svolte in modo regolare e come già detto sono state effettuate anche in presenza di autorevoli rappresentanti Regionali e Nazionali. Etc. etc.

ALCUNE CONSIDERAZIONI
Abbiamo sempre sostenuto che la nostra Confederazione è afflitta da un fenomeno di dittatura della maggioranza imposta dal sistema che la governa in questi anni. Ma non pensavamo si arrivasse al paradosso che il suo massimo rappresentante negasse i diritti della maggioranza qualora se ne costituisse una contraria a quella imperante. E' un colmo insopportabile.
Si arriva a mettere alla porta quanti non si allineano. Anche se sino ad oggi è riconosciuto che loro sono operatori di Carità e Fratelli di Misericordia!
Trucchi chiede il rispetto delle Regole da una parte e non dice in base a quale regola non si discute di una richiesta firmata dalla maggioranza delle Misericordie di un coordinamento.
Trucchi afferma che bisogna essere uniti e, se qualcuno dissente, salva l’unità mettendolo alla porta!
Trucchi in questo è coerente. Basta ricordare gli atteggiamenti avuti con altre confraternite cacciate dal Movimento senza che esse mai sapessero i motivi per cui erano ritenute indegne e commissariamenti agiti al di fuori di ogni norma statutaria!
Trucchi, candidato unico alle elezioni, gode dell’appoggio incontrastato di nominati e di un consiglio ed organi di controllo che, imbelli lo assecondano.
Trucchi, così facendo, diventa il responsabile del disfacimento della Confederazione Nazionale.

venerdì 5 gennaio 2018

Il Blog dei Volontari delle Misericordie


Attualmente sul blog 
CONFRATERNITE 
DI MISERICORDIA 

Le rivendicazioni dei 
lavoratori dipendenti 
della Misericordia di 
Isola di Capo Rizzuto.


clicca sul link qui sotto
http://confraternitedimisericordia.blogspot.it/2018/01/misericordia-isola-capo-rizzuto-la.html

giovedì 4 gennaio 2018

Misericordia Isola Capo Rizzuto, la denuncia dei lavoratori licenziati.

Con una lunga e pesante missiva inviata al prefetto di Crotone Dottoressa Cosima di Stani riportata dagli organi di stampa (v. IL CROTONESE nel riquadro), gli ex lavoratori della Misericordia di Isola Capo Rizzuto denunciano l'ingiustificato trattamento riservatogli dagli amministratori giudiziari col mancato rinnovo del contratto di lavoro a discapito di lavoratori di altre province. Ma le affermazioni più pesanti sono riservate alla Confederazione delle Misericordie di Italia allorquando invitano il procuratore a vagliare con attenzione la proposta tecnica avanzata dalla stessa Misericordia per il nuovo bando di gestione del CARA.
Testualmente nella lunga missiva i lavoratori sostengono di essere “gli stessi lavoratori che hanno subito la decurtazione del 25% degli stipendi arretrati, costretti ad un accordo con la Confederazione Nazionale delle Misericordie che pur di conservare il posto di lavoro, che per anni hanno subito innumerevoli rinnovi senza mai ottenere quello che ci spettava di diritto: il contratto a tempo indeterminato.” I dipendenti continuano ritenendo di essere “ le vere vittime di un’indagine che, per quanto giusta e doverosa, ha mietuto disoccupati innocenti che già da tempo dovevano essere tutelati.”
Essi ribadiscono con disorientante freddezza che sono toccate loro “gravi e ripetute violazioni in diritto del lavoro, che faranno valere nelle sedi giurisdizionali più opportune.”
Chiedono, inoltre, “di vagliare con accuratezza la proposta tecnica avanzata dal “Consorzio Opera Misericordia per la presentazione alla gara europea aperta per la fornitura di servizi e beni relativi al funzionamento del Centro d’accoglienza per richiedenti asilo CARA-Regional Hub di Crotone. A loro parere si potrà notare, infatti, che molti dei loro curriculum e competenze sono stati usati per ottenere un punteggio superiore, considerati gli  anni di servizio, alla domanda presentata, per poi decidere soltanto qualche settimana dopo di non rinnovare i suddetti professionisti.”
Sin qui la cronaca di recriminazioni più che giustificate di lavoratori traditi nei loro diritti.
Ora poche parole ma significative per parlare di donne e uomini, lavoratrici e lavoratori che pensavano di aver avuto il privilegio di lavorare per un datore di lavoro non qualunque. Pensavano di essere capitati bene perché lavoravano per un datore di lavoro che si faceva forte dei principi della Chiesa Cattolica e della Sua Dottrina Sociale e che, invece, si scopre essere un soggetto da competizione in un mercato tutto nuovo e senza scrupoli.
Era questo che si proponeva la Confederazione Nazionale quando ha promosso, seguendo la traccia di Leonardo Sacco,  questo impegno verso l’immigrazione? È questo il modello di integrazione che si appoggia e si sviluppa? Siamo forse i difensori della Dignità delle persone trattando in questo modo i lavoratori che collaborano con noi?
Che Confederazione resti silente e non senta, in questi mesi, di dare giustificazioni alla comunità del Movimento è cosa quasi prevedibile visto lo stile che impera nelle alte sfere dai consiglieri nazionali in su.
Ma non può rimanere silente la COSCIENZA di migliaia di volontari che hanno fatto della dedizione verso il Prossimo una scelta di vita.
Vi prego, facciamo sentire almeno la nostra solidarietà ai lavoratori di Isola di Capo Rizzuto!

venerdì 22 dicembre 2017

Auguri.

Anche se molto è stato preso, molto aspetta; e anche se noi non siamo ora quella forza che in giorni antichi mosse terra e cieli, ciò che siamo, siamo; un'eguale indole di eroici cuori, indeboliti dal tempo e dal fato, ma forti nella volontà di combattere, cercare, trovare, e di non cedere. 

Alfred Tennyson, Ulysses



AUGURI DI SANTO NATALE E FELICE 2018 !

mercoledì 25 ottobre 2017

Isola di Capo Rizzuto: si scioglie il Comune?

Cari Fratelli e Sorelle di Misericordia
Vi ringrazio ancora per la vostra gentile attenzione. 
Da quasi 6 mesi mi seguite su questo blog che mi permette l’accesso.
Come avrete saputo in queste ultime ore dagli organi di stampa, sembra si stia decidendo sul proscioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Isola Capo Rizzuto, mio comune natio.
Il provvedimento ventilato sembra essere stato generato a seguito dell'operazione antimafia Jonny parrebbe per il coinvolgimento del Sindaco e alcuni amministratori e/o consiglieri comunali,  con il grande business della Misericordia di Isola.
Penso che a questo punto, quando un intero paese cadrà in un baratro profondo e in ginocchio, sia doveroso interrogarsi nei propri cuori, su chi sapeva, chi ha sbagliato, ma soprattutto su chi non ha parlato al fine di impedire questa apocalisse.  "La notizia sembrava fosse nell'aria", la mia speranza è che vi sia una chiara apertura delle coscienze, senza ulteriori finzioni, senza continuare a mentire che le cose vanno bene!
Si deve subito cancellare un passato inosservato, quando vi è un futuro a dir poco  incerto, i mea culpa sono d'obbligo, seppur vero che la giustizia farà la sua strada e la sua parte. Resto amareggiato e deluso, insieme a tanti altri, che un intero movimento ignori l’amara sconfitta continuando nella normalità, come se nulla fosse accaduto. GIUSEPPE GUARINO Fratello di Misericordia ed ex governatore della Misericordia di Isola Capo Rizzuto

lunedì 23 ottobre 2017

Senza allarmare, ma bisognerebbe studiare!

ALLA CONFERENZA REGIONALE DELLE MISERICORDIE DELLA CAMPANIA

Da tempo si dice che siamo stanchi di scavare e che preferiamo prevenire piuttosto che curare in protezione civile. Mi ritrovo mio malgrado a ricoprire il ruolo di responsabile della Protezione Civile del Coordinamento di Napoli (ancora in una proroga senza senso) e registro di essere stabilmente snobbato dalle strutture regionali e  nazionali ... ma poco importa. Sono abituato a lavorare comunque.
E allora le proposte le faccio.
Prendo spunto dalla figura che ho collazionato e che riporto a fianco.
In essa vi è riportata una sequenza di eventi che si sono verificati nel giro di poco più di una settimana lungo la fascia pedemontana appenninica tirrenica.
Sequenza che bisognerebbe capire, che dovrebbe essere oggetto di approfondimento e di decisioni, che dovrebbe essere alla base di scelte operative e di contatti istituzionali.
Non basta essere inquadrati dalle telecamere sulle sciagure recenti (dove le Misericordie del circondario non sono nemmeno state allertate) se non ci si pone l'obiettivo minimo della Prevenzione Civile.
Non so  chi si occupa di Protezione Civile nella nostra Conferenza e non so nemmeno se la stessa esiste ancora visto che non è completa ma nella stagnazione sarebbe opportuno organizzare una giornata in cui sentiamo qualche esperto che illumini i nostri responsabili di Protezione civile su cosa fare e cosa mettere in campo.
Tenere la testa sotto la sabbia per scrollarsi solo dopo le scosse disastrose è un atteggiamento colpevole!

lunedì 9 ottobre 2017

La parola a chi ha subito veramente!

A quasi 5 mesi dai fatti di Isola di Capo Rizzuto, volentieri ospitiamo in questo blog Giuseppe Guarino, già governatore della Misericordia di Isola in tempi non sospetti.

Cari fratelli e sorelle di Misericordia,
stiamo per arrivare a quasi 5 mesi, dalla data in cui la mia Misericordia è balzata agli onori della cronaca.
Misericordia che ho portato sempre nella mia anima e nel mio cuore e che ha avuto il suo triste epilogo, di cui sono tutti a conoscenza.
In un solo  istante è caduto tutto il castello. Dal 15 Maggio, credetemi, provo sentimenti contrastanti.
Vivo di quei ricordi interiorizzati sin da quando ero un bambino di 9 anni, quando ho iniziato il percorso e la scelta nel nostro volontariato fatto di sacrifici e di dedizione con spinta verso l'amore fraterno e verso il prossimo in difficoltà .
Sentimenti che, oggi, vanno ben oltre sentendo il peso, il fardello, l'onta di un paese distrutto dove la gente onesta, ormai, ha perso ogni fiducia in quello che prima era considerato non contaminato dal sistema del malaffare, dal business e che, invece, adesso incredibilmente si è rivelato tale.
Sarà molto difficile che si rialzi, che riprenda il vigore e la forza rigeneratrice che aveva.

Un movimento che oggi ritrovo irriconoscibile.
Pur se sono passati tanti anni, ricordo la concezione, l'idea e i valori di far volontariato delle nostre origini. Puro, senza ma e senza se. Ora, invece, depauperato della spinta motivazionale, ridotto a convenzioni e grandi affari, hanno fatto rimanere otto secoli di storia solo uno slogan!

Mi rifaccio sempre le solite domande ma non riesco a trovare una ragione, si poteva e chi poteva  almeno limitare tutto ciò? È tutta la verità oppure bisogna aspettare dell'altro? Perché si è arrivato a tanto sconfinamento?
Eppur chi oggi si trova in carcere, erano miei fratelli, pur di avventura, ho condiviso fino alla mia partenza, le attività, il mio credo nel fare volontariato come stile di vita, la voglia di cambiare la mentalità di un paese del sud, dove unico punto di riferimento erano la Misericordia e la Parrocchia, altro erano solo stereotipi negativi da non imitare.
Quel fatidico 15 Maggio, ha sconvolto la mia vita, in me con il passare dei giorni, crescono sempre più pensieri contrastanti.
Mi scuso con voi se sono patetico
Dalla voglia di abbandonare tutto, a quella di rialzarsi, non farsi sopraffare dalla negatività e di rialzarsi più forte di prima, per portare conforto ai miei fratelli volontari, poi divenuti dipendenti, che ora sono in difficoltà, con le loro famiglie in desolazione, perché non riescono ad avere indietro il pagamento delle mensilità dovute, ora arretrate, nonostante in mano a legali, nessuno ha voglia ed è in grado di risolvere tale problematica che affligge e abbandona anche loro a se stessi.
Va loro la mia solidarietà, come a tutto il mio paese natio, fatto non solo da gente disonesta, ma anche da gente umile che vuole sperare in un futuro migliore, ora offuscato dalle tenebre, ma vuole vivere nella correttezza e legalità. Che Dio illumini la strada giusta e il cammino da seguire.

                                        Fratello di Misericordia
                           ex Governatore della Misericordia di Isola di Capo Rizzuto
                           Giuseppe Guarino

lunedì 2 ottobre 2017

MISERICORDIA DI MONTESILVANO: in Giappone è riconosciuta, a Firenze e a Pescara NO!!!!


Ad Aprile scorso la Misericordia di Montesilvano ha ricevuto la lettera riportata nel riquadro. Ebbene, mentre in Giappone riconoscono quanto si svolge a Montesilvano, la Confederazione da tempo immemorabile non riconosce a queste consorelle e confratelli il diritto di essere una Misericordia autonoma.
Ai lettori di questo blog non sfuggiranno le motivazioni che restano le solite e che ci vergogniamo un poco di ripetere su un blog pubblico. Piccoli cabotaggi, gelosie territoriali, spasmodiche mire colonialistiche, pochezze umane che non dovrebbero rientrare in una Missione alta e nobile come quella del nostro Movimento.
Un crozziano De Luca esclamerebbe: “Personaggetti!”
Ma resta il problema di dare la dignità a chi la merita e la chiede.
Allora sorge spontaneo il desiderio di manifestare solidarietà a chi, per l'ennesima volta, cozza contro il muro di una dirigenza confederale inadeguata rispetto alla reale Missione del Movimento, rappresa, invece, nel minimo obiettivo di tenere una gestione per i propri fini personalistici di miope occupazione.
Come fare?
ISCRIZIONE IN MASSA ALLA 
MISERICORDIA DI MONTESILVANO !!!!

venerdì 29 settembre 2017

RIFLESSIONI SULLA RIFORMA: N. 3 – Il Caso del Coordinamento di Napoli.

A seguito della lettura della legge delega di riforma del Terzo Settore, si comprende come una delle finalità sia costituita dalla più puntale definizione del principio di Democraticità.
Sia pure espressa sotto forma di principio è destinata ad incidere sensibilmente ai fini della disciplina fiscale. Infatti, le agevolazioni fiscali previste per il Terzo Settore sono subordinate all’esistenza di una struttura democratica con una partecipazione attiva ed effettiva degli associati alla vita associativa.
E’ noto che l’Agenzia delle entrate, al fine di verificare l’osservanza di tale principio, punti l’attenzione (tra i vari elementi) sulle funzioni di direzione e coordinamento delle associazioni.
La rilevanza di tali riflessioni non sfugge al nostro mondo. I Legali Rappresentanti ne intuiscono la preziosità e la pericolosità.
Basterebbe invero una distrazione sul concetto/principio della DEMOCRATICITA’ e si mettono a rischio tutte le agevolazioni fiscali concesse dalla normativa …

Ora veniamo a noi.
Ai numerosi commissariamenti che si succedono senza l’adesione delle cellule di base, alle regole di democratica elezione che riserva rappresentanti alla sola maggioranza, alla assoluta neghittosa intolleranza verso le minoranze e, comunque, ai pensieri non omologati, etc. etc.
Addirittura veniamo a casi estremi dove si sostengono incarichi di direzione e/o coordinamento in maniera artificiosa ed artificiale, ai coordinatori sfiduciati da oltre un anno su cui non si convoca il coordinamento per evitarne la surroga e questo anche ad oltre due mesi dalla scadenza entro la quale lo stesso presidente nazionale aveva indicato l’obbligo di rinnovo dei coordinatori in tutto il movimento!
E non basta …
Benché non perfezionato per la mancanza di un membro la Conferenza Regionale della Campania, in barba a chi aveva posto la questione di fiducia, si riunisce col coordinatore di Napoli e provincia sfiduciato e questi partecipa a decisioni importanti per tutto il movimento.
E ancora non basta …
Si convocano le elezioni individuando nel confratello Alberto avv. Corsinovi il responsabile di Confederazione deputato a presiedere alle operazioni. Per un lutto sopraggiunto al confratello si annulla la convocazione (nonostante lo stesso abbia mantenuto tutti gli altri impegni assunti ad eccezione delle elezioni del Coordinatore di Napoli) e non si pensa nemmeno di sostituirlo con un altro consigliere nazionale (in Campania ne esistono due) né a distanza di altre settimane lo stesso Corsinovi si appresta a colmare il ritardo.
La DEMOCRAZIA ha fatto la fine della GRATUITA’: plasmata a piacere dei dominanti.
Del resto dopo il traguardo a cui è arrivato il Consorzio OPERE DI MISERICORDIA (dove invece di nominare un direttivo si è preferito “commissariare” con un Amministratore unico) penso che al Coordinamento di Napoli e Caserta resti una sola speranza: che si possa trovare ancora qualche confratello disponibile a commissariare il coordinamento, magari attingendo nella fucina di commissari che è diventata la Ven. Misericordia di Empoli.
Almeno non avremo un coordinatore che non riceve la fiducia delle Misericordie che rappresenta.


Sarà interessante continuare lo studio della Riforma badando agli strumenti di controllo chiamati a vigilare sulla distorsione del principio della Democrazia nelle organizzazioni del Volontariato e, soprattutto, a verificare le responsabilità che si cumulano nella posizione di membro del Consiglio Direttivo qualora non si vigili sulla osservanza dei principi fondamentali.